Morto sul Legnone a 21 anni: "La tua ultima scalata, sorvegliaci da lassù"

L’addio al ragazzo di 21 anni che ha perso la vita martedì mattina mentre scendeva dalla vetta dopo una gita in solitaria

Alessandro Bisi, il 21enne di Saronno che martedì è precipitato sul Legnone

Alessandro Bisi, il 21enne di Saronno che martedì è precipitato sul Legnone

Lecco - Alessandro è tornato a casa, come aveva annunciato nell’ultima telefonata alla mamma. "Scendo, sto arrivando", l’aveva avvisata poco prima di rimettersi in cammino, dopo aver trascorso la notte in tenda sulla vetta. Purtroppo è ritornato a casa da morto, non da vivo. Il feretro di Alessandro Bisi, il 21enne di Saronno che martedì è precipitato sul Legnone, che è la montagna più alta della provincia di Lecco, dalla camera ardente del cimitero di Introzzo dove inizialmente era stato ricomposto il corpo esanime dopo la difficile operazione di recupero, è stato traslato nella sala del commiato del suo paese dove è nato e cresciuto. Il funerale verrà celebrato nel pomeriggio di oggi alle 14.30, nella chiesa prepositurale dei Santi Pietro e Paolo, a Saronno.

Mamma Daniela e papà Francesco hanno chiesto non fiori ma offerte per sostenere i tecnici del Soccorso alpino della XIX Delegazione Lariana "per la dedizione e l’umanità dimostrate dai volontari delle squadre di soccorso", che hanno lavorato ininterrottamente a oltranza da martedì pomeriggio a mercoledì sera, notte compresa, nonostante le condizioni meteo proibitive, per cercare di ritrovare Alessandro possibilmente vivo contro ogni razionale speranza e poi anche tutta la mattina dell’Epifania per recuperare la salma finita in fondo ad un burrone di 200 metri alla base del canalone Ovest. Alle esequie, per stringersi attorno ai genitori, ai fratelli Stefano e Federico, ai familiari e ai parenti, ci saranno gli Scout di cui faceva parte e con cui aveva affrontato un’esperienza di cooperazione internazionale in Nepal, gli ex compagni di liceo, i soci del Cai a cui era iscritto e i volontari dell’Avis come lui.

"Il nostro fratello Alessandro è volato in cielo e da lassù ci guarda – lo ricordano proprio gli scout, che ieri sera alle 21 con le loro uniformi indosso hanno promosso una veglia di preghiera -. Buona strada Ale". "Ha affrontato l’ultima scalata, la più impegnativa, e ora lo immaginiamo tra le vette del cielo per osservare, da una prospettiva privilegiata, il più bel panorama mai visto", aggiungono gli avisini. Alessandro non era uno sprovveduto, sapeva andare in montagna e come comportarsi: "L’amava, è morto nel luogo che amava", spiega il padre. Era ben equipaggiato per salire in cima al Legnone, probabilmente ha pagato a prezzo troppo alto una banale distrazione.