Tragedia a Venezia, è il giorno dell'autopsia

Il campione Buzzi di Oggiono e gli altri forse traditi da un errore

L'episodio tragico ha suscitato grande scalpore nella zona

L'episodio tragico ha suscitato grande scalpore nella zona

Oggiono (Lecco), 21 settembre 2019 - Sarà effettuata oggi l’autopsia sulle salme del campione del mondo di motonautica 76enne Fabio Buzzi, del 57enne Luca Nicolini, entrambi di Oggiono, e del 54enne olandese che abitava in Svizzera Erik Hoorn, morti martedì sera schiantandosi contro una diga di fronte alla bocca di porto del Lido di Venezia. In base al responso della necroscopia si potrà stabilire se l’incidente fatale sia stato scatenato, ad esempio, da un improvviso malore da parte di uno dei tre piloti dell’offshore lanciato a tutta velocità per mettere a segno il nuovo record sulla rotta Montercarlo–Venezia, una sorta di giro d’Italia di 1.200 miglia in mare, che hanno effettivamente realizzato, oppure se, come sembra probabile, la tragedia sia stata provocata da un errore umano. «Dopo circa 18 ore e mezza di navigazione contro alle 22 e 5 minuti precedenti aveva stabilito il nuovo primato – racconta Gianni Darai, uno dei giudici e cronometristi dell’impresa -. Ci sono sfilati davanti senza fermarsi e credevamo avrebbero compiuto il giro della lunata per poi tornare indietro e intanto raffreddare i motori. Ci siamo spostati dal punto in cui ci trovavamo per andare loro incontro, ma abbiamo notato le luci dei fari dei pescatori in zona che illuminavano la diga per segnalare l’accaduto...».

Quello che doveva essere un ingresso trionfale in laguna si è così trasformato in una sorta di corteo funebre. Nonostante l’esperienza il patron della Fb Design, complice la stanchezza, il buio e forse l’età, potrebbe banalmente aver confuso alcune luci poste a segnalazione di uno sbarramento artificiale di grossi massi calati sul fondale a protezione delle opere del Mose, a sud della diga di San Nicolò del Lido, per i fari che indicano l’imbocco del porto, finendo a 130 chilometri all’ora contro la scogliera. In seguito all’impressionante impatto la potente imbarcazione con il suo prezioso carico umano è decollata scavalcando la diga per poi abbattersi sulla superficie dell’acqua trasformata in un muro di cemento a quella velocità. L’unico a salvarsi è stato il 57enne Mario Invernizzi: paradossalmente il superstite, che una cinquantina di miglia prima aveva ceduto i comandi, non era più ancora ai sedili, perché si era alzato per recuperare i bagagli in vista dell’imminente sbarco.