Morti in montagna, troppi scalatori improvvisati

Sono già cinque le vittime da inizio anno, il 400% in più rispetto allo stesso periodo del 2019. Il Soccorso Alpino: "Pochi sono davvero preparati"

Un intervento ai Piani di Bobbio

Un intervento ai Piani di Bobbio

Lecco, 25 febbraio 2020 - Cinque morti sulle montagne lecchesi in un mese e mezzo dall’inizio dell’anno, il 400% in più dello stesso periodo del 2019 (una sola vittima), più del doppio delle due di gennaio e febbraio del 2018. Ma aumentano anche in generale le missioni di salvataggio, i feriti e il numero di escursionisti in difficoltà. A snocciolare le cifre degli interventi di soccorso in quota e insieme la conta di quello che sembra un bollettino da guerra bianca è Alessandro Spada, al timone della stazione di Valsassina e Valvarrone della XIX delegazione lariana del Corpo nazionale del Soccorso alpino e speleolgico. «L’aumento di incidenti è certo dovuto al maggiore numero di persone in montagna, in un periodo con tante giornate di sole rispetto all’anno scorso. Solo nel territorio di nostra competenza della Valsassina e della Valvarrone dall’inizio dell’anno a oggi ci sono stati 38 interventi di soccorso, per 50 persone, di cui 4 decedute".

«Nel 2019, stesso periodo, gli interventi sono stati 20 per 24 persone, meno della metà quindi e un deceduto. Nel 2018,gli interventi erano stati 22 per 25 persone da assistere con due decedute". Quest’anno le persone in difficoltà recuperate illese sono al momento 20, il 40% del totale, "di cui 12 per incapacità", sottolinea il capostazione. Significa che il 12% degli alpinisti e degli escursionisti soccorsi e recuperati dai tecnici del Soccorso alpino della Valsassina e Valvarrone si sono messi in marcia senza essere in grado di affrontare il percorso previsto e senza equipaggiamento necessario, spesso con ai piedi o nello zaino solo i ramponcini, invece dei ramponi. "I ramponcini da escursionismo non sono adatti per le attività alpinistiche – spiega Tita Gianola, istruttore nazionale del Cnsas e guida alpina -. Favoriscono una presa maggiore ma sono indicati solo per sentieri facili e con pendenze minime, non per quelli impervi".

«Abbiamo notato che sono sempre più diffusi ma usati in contesti non appropriati. Molti li calzano su scarpe da running, a volte non sono nemmeno della misura giusta rispetto alla calzata e non sono bene posizionati, non sono solidali con lo scarpone. In montagna e sul ghiaccio bisogna avere i ramponi veri e propri, da mettere sugli scarponi e da tenere sempre nello zaino in questo periodo".