Marco Bonanomi trovato morto in Brasile. Il cellulare squilla: giallo nel giallo

Montevecchia, qualcuno ha il suo telefono e lo continua e usare: non avrebbe potuto rimanere acceso per un mese

Il recupero del cadavere di Marco Bonanomi da parte degli agenti di polizia del Paranà

Il recupero del cadavere di Marco Bonanomi da parte degli agenti di polizia del Paranà

Montevecchio (Lecco) - Il cellulare di Marco venerdì scorso squillava ancora, sebbene il suo corpo fosse stato trovato in avanzato stato di decomposizione venti giorni prima. A comporre il numero del figlio sono stati mamma Giovanna con papà Giovanni, insieme a Ivan Pandeggia, sindaco di Montevecchia, paese dove abitava Marco Bonanomi, il 34enne rinvenuto morto sabato 5 febbraio in una buca nella sabbia della spiaggia di Praia Balneário Grajaú, a Pontal do Paraná, località balneare del Brasile del sud, dove il brianzolo si era trasferito per stare con la sua compagna, una giovane del posto. "Noi al telefono gli abbiamo parlato il 30 gennaio", assicurano i genitori. E’ stata l’ultima volta che hanno sentito il figlio. Dopo il suo cellulare, che non è stato più trovato, ha continuato a squillare sempre a vuoto senza che nessuno abbia mai più risposto.

Cosa sia accaduto a Marco in quei sei giorni tra quell’ultima telefonata e il ritrovamento del suo cadavere non si sa, come non si sa con chi sia stato né dove. E nemmeno si sa chi ora abbia il suo telefono, poiché certamente qualcuno lo ha e lo sta continuando magari a usare, perché difficilmente avrebbe potuto rimanere acceso per un mese senza essere caricato. Gli investigatori della Polizia civile del Paranà, che stanno indagando sul caso con i colleghi di quella militare, e hanno chiesto aiuto ad eventuali testimoni per risolverlo, non erano a conoscenza né che il telefono di Marco ha continuato a squillare, né della data in cui lui ha risposto ai genitori. Sebbene si tratti di dettagli importanti, sembra che la sua fidanzata, che ha riconosciuto la salma che dovrebbe essere di Marco da un mezzo volto tatuato sulla sua spalla, non li abbia comunicati ai poliziotti. Lo hanno dovuto fare i genitori tramite i funzionari del Consolato generale italiano di Curitiba. La salma era nascosta sotto la vegetazione e il corpo si trovava prono. Nelle tasche dei bermuda a fiori che indossava e nemmeno nei paraggi non sono stati trovati né il telefonino, né documenti né soldi. Non sembrerebbe siano stati riscontrati segni evidenti di violenza, nonostante si attendano le risultanze dell’autopsia per le quali occorreranno probabilmente mesi. Le circostanze della morte di Marco sembrano tuttavia sempre più anomale e allarmanti.