Minacce di morte a don Giorgio, "Non mi lascio di certo intimorire"

Sono minacce pesanti quelle che ha ricevuto don Giorgio De Capitani, l’ex parroco 76enne di Monte di Rovagnate, ora trasferito a Perego con l’incarico di celebrare la messa a Dolzago. «Questa volta te la facciamo pagare», «Stai attento a quando cammini», «Abbiamo già chi è disposto a spezzarti le gambe» di Daniele De Salvo

Don Giorgio De Capitani (Cardini)

Don Giorgio De Capitani (Cardini)

Perego (Lecco), 16 settembre 2014 - Sono minacce pesanti quelle che ha ricevuto don Giorgio De Capitani, l’ex parroco 76enne di Monte di Rovagnate, ora trasferito a Perego con l’incarico di celebrare la messa a Dolzago. «Questa volta te la facciamo pagare», «Stai attento a quando cammini», «Abbiamo già chi è disposto a spezzarti le gambe». E ancora: «Attento pure a quando vai in macchina, che un bell’incidente che ti manda dritto fuori strada non è difficile da provocare». Per restare ancora più eloquente il messaggio minatorio a quello che è stato soprannominato il prete anti-Lega per le sue dure prese di posizione contro gli esponenti politici del Carroccio e in generale del centrodestra, insieme agli avvertimenti infarciti di insulti contro di lui e anche contro la madre, è stato inoltrato pure un manifesto funebre con tanto di epitaffio: «Al termine di un lungo viaggio ci ha lasciato don Giorgio De Capitani». I carabinieri della Compagnia di Merate hanno se possibile rinforzato ulteriormente il discreto ma efficace cordone di sicurezza allestito attorno al parroco, non nuovo a finire nel mirino di anonimi esagitati.

L’ammonimento infatti parrebbe possa provenire da ambienti militari o paramilitari, quindi da persone potenzialmente armate e anche addestrate a neutralizzare chi ritengono un nemico. A scatenare la violenta reazione sarebbe stato infatti un articolo pubblicato su un quotidiano romano nel quale il curato si sarebbe augurato che i due marò italiani bloccati in India, uno dei quali adesso in Italia per motivi umanitari, «marciscano in galera», affermazioni che tuttavia lui assicura di non aver mai reso, perché non corrispondono assolutamente al suo pensiero, e per le quali ha chiesto e ottenuto una smentita. La preoccupazione principale il religioso comunque non la nutre per se stesso, ma per il collega di Dolzago che si chiama come lui. «Io non ho paura e non mi lascio intimorire, sono stato minacciato in molte occasioni, solo non vorrei che qualcuno sbagliasse persona».