Fase 2, a Valmadrera messa su prenotazione:''Una scelta per garantire la salute di tutti''

La messa prefestiva del sabato sera e della domenica mattina verrà celebrata all'aperto nel piazzale dell'oratorio

Il parroco di Valmadrera don Isidoro Crepaldi

Il parroco di Valmadrera don Isidoro Crepaldi

Valmadrera (Lecco), 17 maggio 2020 – A Valmadrera si torna a messa, ma solo con la prenotazione. I fedeli della parrocchia di Sant'Antonio Abate per partecipare all'Eucarestia prefestiva del sabato sera e della domenica mattina che verranno celebrate all'aperto nel cortile dell'oratorio dal prossimo fine settimana devono prenotare il posto, oltre che portarsi appresso un ombrello per proteggersi dal sole, poiché in caso di pioggia il rito si svolgerà al chiuso ma senza che nessuno possa parteciparci. I modi per prenotare la partecipazione a messa dono diversi: un modulo da richiedere e compilare online sul sito della parrocchia, i gruppi WhatsApp, sms o telefonando ai numeri dedicati. Le altre funzioni festive verranno invece trasmesse in diretta streaming, mentre alla solennità dell'Ascensione che ricorre giovedì, il 21 maggio, saranno ammessi in chiesa solo i componenti del consiglio pastorale. Questa settimana, durante i giorni feriali, le celebrazioni restano comunque tutte a porte chiuse, mentre da settimana prossima le messe delle 18.30 di martedì e giovedì verranno aperte a tutti, ma solo fino ad un massimo di 50 persone.

“Si è convenuto che la ripresa delle celebrazioni delle sante messe con la partecipazione dei fedeli, sarà all’insegna della gradualità e della prudenza, molto raccomandata anche dalle disposizioni diocesane – spiega il parroco di 57 anni don Isidoro Crepaldi arrivato alla guida della comunità parrocchiale nel novembre 2018 -. Avendo la nostra città un buon numero di abitanti e preoccupandoci per ora che la salute di tutti sia preservata il più possibile, pur volendo sostenere la fede dei più semplici e più deboli che sentono forte il bisogno di incontrare il Signore nell’Eucarestia con la comunità, ritengo e riteniamo che si debba procedere a gradi. Per comprendere il senso spirituale di questo momento storico per la nostra comunità e per la Chiesa in generale, è utile pensare certamente al proprio cammino personale e all’esigenza di sostenere la propria fede, ma non dimentichiamo che non possiamo pensarci senza l’altro: come posso aiutare l’altro a desiderare il vero bene che il Signore Gesù vorrebbe per lei o per lui a partire dalla sua salute? Non ci sarebbe neppure il bene spirituale, se non potessimo accoglierlo in salute, salvo di essere ammalato e quindi assistito in altro modo”.