Merate, l’anziana e le tredici ore di attesa al Pronto soccorso: parte l’indagine interna

I vertici Asst: "Afflussi anomali ma ogni paziente ha ricevuto la massima attenzione"

Il pronto soccorso di Merate

Il pronto soccorso di Merate

Merate (Lecco), 13 dicembre 2018 - I vertici dell'azienda socio-sanitaria lecchese hanno avviato un’indagine interna sul caso della 93enne e del bambino di 9 anni lasciati in attesa per ore al Pronto soccorso dell’ospedale di Merate. «I responsabili della direzione strategica dell’Asst Lecco e della direzione sanitaria del presidio di Merate si sono da subito adoperati affinché venisse predisposta un’indagine interna volta a fare chiarezza su quanto accaduto – si legge in una nota -. Nella giornata dell’8 dicembre all’ospedale di Merate sono stati registrati 80 accessi in Pronto soccorso, di cui tre in codice rosso e 16 in codice giallo. Si è notato un anomalo afflusso dell’utenza nella fascia oraria pomeridiana: il 50% dell’intera utenza giornaliera si è infatti concentrata dopo le ore 14, con 40 accessi tra le 14 e le 19 e 20 accessi tra le 19 e 23. Tale situazione, unita alla concomitante emergenza legata a un fatto di cronaca verificatosi in serata a Merate, che ha visto giungere un paziente in codice rosso con lesioni da arma da taglio, ha comportato in tempi molto brevi il raggiungimento dei massimi livelli di accettazione e trattamento del Pronto soccorso».

In realtà i dati sono in linea con quelli medi e tra l’altro la 93enne “parcheggiata” su una barella per 13 ore era approdata al Mandic la settimana prima. «Il meccanismo di selezione e assegnazione della priorità di accesso alla visita ha consentito una adeguata gestione dei flussi. Ribadiamo comunque che è stata garantita la massima attenzione alle necessità clinico-assistenziali di ogni singolo paziente».