Merate, primario sospeso dal Mandic: c'è un esposto in Procura

Classificati come urgenti casi clinici che non lo erano

Il dottor Gregorio Del Boca

Il dottor Gregorio Del Boca

Merate (Lecco), 25 novembre 2017 - Il caso del primario del reparto di Ginecologia dell’ospedale di Merate sospeso dal lavoro per due mesi perché effettuava interventi chirurgici al di fuori dal normale orario di attività nelle camere operatorie è approdato anche in Procura. Contro il dottor Gregorio Del Boca, 61 anni di Cernusco Lombardone, è stato infatti presentato un esposto perché avrebbe classificato e certificato come urgenti alcuni casi clinici che invece non lo sarebbero stati, proprio per poter svolgere alcune operazioni il sabato mattina piuttosto che nel tardo pomeriggio dei giorni feriali, quando le camere operatorie vengono utilizzate esclusivamente per sessioni d’emergenza, ad esempio per intervenire su pazienti che necessitano di un’operazione immediata. Per tali interventi inoltre sarebbero stati richiamati in servizio anche alcuni operatori sanitari. Ad appellarsi ai magistrati e inoltrare ripetute segnalazioni ai dirigenti dell’Asst lecchese, sarebbero stati proprio alcuni operatori sanitari stanchi della situazione con l’avvallo di rappresentanti sindacali. Inoltre sarebbero state denunciate pure altre anomalie.

I vertici della sanità lecchese in ogni modo erano a conoscenza dell’esposto: anche per questo e per non essere a loro volta accusati di inadempienze non avrebbero potuto esimersi dall’avviare un procedimento disciplinare.  «In virtù delle specifiche norme di legge siamo tenuti a prendere in considerazione le segnalazioni di operatori ed utenti. – spiega infatti il dg Stefano Manfredi -. Gli interessati hanno la possibilità di far valere le proprie ragioni sia nel corso del procedimento sia ricorrendo al Giudice del Lavoro contro i provvedimenti eventualmente adottati. La procedura adottata è in stretta aderenza alla normativa vigente e vengono sempre adottate tutte le garanzie previste per i dipendenti coinvolti». Pare comunque accertato che il primario non abbia mai agito per interesse personale, tanto meno per un guadagno economico, né per agevolare qualcuno in particolare, semmai per rispondere alle esigenze delle pazienti.