Merate, storici negozi addio. I commercianti: "Colpa della concorrenza dell'e-commerce"

Solo nel 2017 hanno chiuso 11 botteghe in centro città.

Il centro storico di Merate

Il centro storico di Merate

Merate, 6 marzo 2018 - Piccoli centri storici chiudono. Solo nel 2017 a Merate sono state abbassate le saracinesche di undici botteghe: una di alimentari e le restanti operanti in altri settori. Hanno deciso di salutare i loro clienti tra gli altri il titolare della maglieria Limonta e dell’oreficeria Gariboldi della centralissima via Alessandro Manzoni e della merceria “Il Bauletto” dell’altrettanto centrale via Trento, che hanno deciso controvoglia di ritirarsi in pensione. Al loro posto sono state aperte nove nuove attività, ma il saldo resta negativo.

Negli ultimi 5 anni, dal 2013 in poi, le serrate sono state in tutto 60, otto di alimentari e 52 tra negozi di abbigliamento, fioristi e altri, mentre sono stati inaugurati 54 esercizi commerciali, 14 alimentari e 40 di altre categorie tra bar, parafarmacie e una farmacia. Anche il bilancio del medio periodo è dunque a perdere. Si tratta di sei attività e di numeri forse ridotti, ma che testimoniano un lento ma inesorabile impoverimento. E a rimetterci sono soprattutto gli anziani o chi ha difficoltà a muoversi, che non possono approvvigionarsi più sotto casa per la spesa quotidiana. «La crisi economica non ha certo aiutato, ma anche le aperture dei centri commerciali e della grande distribuzione hanno penalizzato la tenuta dei negozi di vicinato, come l’e-commerce online – commenta Luigi Perego, referente meratese di Confcommercio -. È una lotta impari che rasenta la concorrenza sleale. La nostra categoria purtroppo è stata la prima a risentire della recessione ed è l’ultima a beneficiare della ripresa che pare sia in corso. Noi lo denunciamo da tempo, ma in pochi ci ascoltano».

Nonostante la difficile situazione prevale la speranza. «Nonostante le difficoltà tutto sommato in zona stiamo tenendo», spiega Perego. «Stiamo cogliendo però un’inversione di tendenza, sia per le norme più stringenti nei confronti della grande distribuzione, sia perché i clienti stanno comprendendo che non sempre gli acquisti online convengono e che nella maggior parte dei casi il rapporto con il commerciante di fiducia è garanzia di qualità e di un servizio migliore».