Medaglie d’onore dal prefetto agli eredi di chi disse no

Sono 83 i lecchesi militari e civili deportati nei lager durante la guerra

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Sono stati internati nei lager nazisti e alcuni purtroppo da quei campi di concentramento non sono mai più usciti, né da vivi e neppure da morti, poiché i loro corpi sono stati soppressi in fosse comuni o forni crematori. Sono 83 lecchesi, militari e civili, che ormai non ci sono più, che durante la Seconda guerra mondiale sono stati deportati nei lager e costretti ai lavori forzati perché soldati in servizio dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 oppure perché partigiani o oppositori del nazifascismo. In occasione della Giornata della Memoria (il 27 gennaio) per quanto hanno subito, compiuto e testimoniato, verranno insigniti dal prefetto Castrese De Rosa della Medaglia d’onore che verrà consegnata ai loro eredi e discendenti più prossimi.

Le medaglie sono state concesse a internati di Ballabio, Barzio, Calco, Casargo, Crandola, Cortenuova, Cremeno, Dervio, Ello, Galbiate, Lecco, Lomagna, Malgrate, Mandello, Oggiono, Parlasco, Pasturo, Premana, Primaluna, Valgreghentino e Valmadrera, a testimonianza del pesante tributo pagato dai lecchesi alla follia nazifascista, soprattutto in Valsassina. Le prime 41 medaglie verranno consegnate dal prefetto direttamente a Casargo, Premana e Valmadrera poiché non si possono svolgere cerimonie pubbliche. "Il passato non ha diritti, fra i tanti diritti affermati o auspicati, quello di essere ricordati non è mai stato neppure proclamato – spiegano dalla prefettura citando il filoso Maurizio Viroli -. Ricordare può essere soltanto un dovere, e dunque il passato può sfuggire all’oblio, e aiutarci a vivere, se ci sono persone che avvertono il dovere di dedicare tempo, intelligenza, e cura a mantenere viva la memoria".

Daniele De Salvo