Lecco, incappucciato distrugge a mazzate vetrina e auto: ha agito per vendetta

I carabinieri hanno identificato e denunciato un nordafricano di 35 anni. Mercoledì sera aveva seminato il panico in via Digione

La vetrata distrutta a colpi di sprangate

La vetrata distrutta a colpi di sprangate

Lecco, 3 settembre 2022 – Nonostante il cappuccio e il buio della notte, ha un volto e soprattutto un nome e un cognome il vandalo che mercoledì sera ha distrutto a sprangate una vetrina di un negozio in centro a Lecco, demolito una macchina e cercato di assalire un automobilista di passaggio, che per fortuna ha ingranato la retro ed è scappato. E' uno straniero di 35 anni, un nordafricano senza fissa dimora. Lo avrebbe fatto per vendetta, per lo sgombero che sarebbe scattato poche ore dopo dell'ex scalo ferroviario che era il suo rifugio. Lo hanno identificato i carabinieri, grazie anche alle testimonianze di alcuni residenti e commercianti della zona e ai filmati delle telecamere a circuito chiuso e del sistema di videosorveglianza comunale. E' stato denunciato per danneggiamenti e violazioni di domicilio, cioè il cortile privato dove era parcheggiata la macchina che ha assaltato.

"Non possono succedere cose del genere", era stato il commento a caldo di Stefania Panzeri, 44 anni, proprietaria del salone “Vola hair passion” di via Digione, la cui vetrata è stata presa di mira dal 35enne e si ritrova a dover pagare 20mila euro di danni per sostituire i cristalli antisfondamento. "Certe scene le ho viste solo nei film; dal vivo mi hanno messo davvero paura", il racconto invece di Daniele Butti, 45 anni, coordinatore provinciale della Lega e consigliere comunale a Calolziocorte che si è trovato davanti lo sconosciuto con il cappuccio della felpa calato sul volto e armato di mazza di ferro con cui ha attaccato prima la vetrata infrangibile del negozio assestando almeno 9 colpi, per poi rivolgersi contro di lui.

"La nostra città, bella e accogliente, deve restare sicura – commenta il sindaco Mauro Gattinoni in replica a chi lo accusa di non fare abbastanza per la sicurezza -. Ci sono fatti però che non si possono prevedere: uno che di punto in bianco prende a sprangate una vetrina, nessuno lo può sapere. Temi così complessi non hanno risposte semplici. La repressione dell’illegalità deve sempre abbinarsi a prevenzione e accompagnamento sociale. Le tre cose non possono funzionare separatamente. Altrimenti un problema che solo apparentemente risolviamo in un punto della città, riappare in un altro; le persone ai margini, se non vengono reinserite in percorsi di recupero e di lavoro, risultano esposte a maggior rischio criminalità. I criminali approfittano proprio dei soggetti più deboli e di chi non ha nulla da perdere per sostenere i propri affari illeciti".