La Gilardoni Raggi X torna a correre: l'azienda investe in ricerca e nuovi prodotti

In collaborazione con il Politecnico di MIlano

Marco Taccani Gilardoni

Marco Taccani Gilardoni

Mandello del Lario, 12 luglio 2018 - Sarà che a Mandello la vela è tradizione consolidata da tempo e Breva e Tivano la fanno da padroni. Fatto sta che alla Gilardoni Raggi X è tornato il vento in poppa dopo anni difficili non solo sul piano economico. A certificarlo è il sorriso aperto e cordiale con cui Marco Taccani Gilardoni nel suo ufficio con vista lago presenta «una serie di nuovi investimenti ma anche una rinnovata collaborazione con il Politecnico di Milano, della cui Fondazione siamo membri da tempo».

Da un anno e mezzo circa è al timone della storica azienda fondata nel 1947 dal nonno Arturo e specializzata in strumentazioni radiologiche. «Da sempre lui era un convinto sostenitore dei giovani talenti, che ha sempre ritenuto una risorsa a cui trasmettere tutto il suo sapere e l’esperienza». E ai giovani ingegneri, in particolare quelli della facoltà di Design&Engineering, la Gilardoni Raggi X ha commissionato alcuni progetti per creare «nuovi prodotti che insieme alla tecnologia e alla bontà dei materiali sappiano aggiungere anche la bellezza, perché oggi è ciò che chiede il cliente». Un cambiamento culturale che richiama la rivoluzione epocale apportata nei pc da Steve Jobs con i suoi iMac, un approccio che però necessita un’ampia conoscienza dei materiali, delle tecnologie ma anche dei processi produttivi «altrimenti l’idea resta tale e non può essere tradotta in realtà». Gli ingegneri del Politecnico di Milano, una quarantina in tutto, si sono concentrati su un progetto per i controlli di sicurezza aeroportuali, scanner e metal-detector, «che poi è anche il settore dove registriamo la maggior crescita». E a crescere è anche il numero dei dipendenti.

«Oggi siamo tornati ai livelli del 2013-14 con 205 dipendenti», spiega Marco Taccani Gilardoni che sotto la sua gestione ne ha assunti 50, di cui l’80% di ex dipendenti fuggiti nel periodo buio quando l’azienda era guidata dalla madre, Maria Cristina. «Vorrei spezzare una lancia in suo favore: lei ha gestito per decenni l’azienda con un’attenzione quasi maniacale alla solidità finanziaria mentre sono mancati gli aggiornamenti al passo con i tempi». Quelli che invece arrivano oggi insieme a una nuova ventata di aria fresca.