Processo Gilardoni RaggiX, "Tutti esecutori: decideva la zia"

il nipote dell’ex titolare ha ricostruito i rapporti all’interno dell’azienda

La Gilardoni Raggi X

La Gilardoni Raggi X

Mandello, 14 novembre 2019 - «Mia zia era tutto in quell’azienda e gli altri, compreso il direttore del personale Roberto Redaelli, solo degli esecutori», è così riassunto l’esame dell’imputato Andrea Ascani Orsini, nipote dell’ex titolare dell’azienda di Mandello del Lario Maria Cristina Gilardoni, che deve rispondere di colpa in vigilando. Al processo Gilardoni Raggi X sono rimasti tre imputati: l’ex capo del personale, Roberto Redaelli, accusato di presunti maltrattamenti ai danni dei dipendenti, Andrea Ascani Orsini, nipote dell’ex patron e socio dell’azienda e Maria Papagianni, medico, che devono rispondere di colpa in vigilando. Dopo la perizia che ha certificato le sue condizioni di salute e l’impossibilità di stare in giudizio, Maria Cristina Gilardoni è uscita dal processo. Ora l’accusa più pesante è nei confronti dell’ex capo del personale, braccio destro dell’ex presidente sempre presente alle udienze, che dovrà rendere conto dei suoi comportamenti nei confronti di operai e impiegati.

Ieri - sotto l’incalzare delle domande del Pm Pietro Bassi e davanti al giudice monocratico Martina Beggio - l’ingegner Andrea Ascani Orsini ha ritrattato quanto dichiarò nel 2016 agli agenti della Polizia di Stato di Lecco. Secondo Andrea Ascani Orsini c’era una sola persona al comando - la zia Maria Cristina Gilardoni - e tutti gli altri dovevano seguire i suoi ordini. «Anch’io non avevo spazio di manovra - ha aggiunto l’ingegnere - e quando dovevo compiere qualche cambiamento nella sfera di mia competenza dovevo sempre avvisarla e chiedere il suo parere». L’accusa - condotta da Pietro Bassi - ha evidenziato la differenza tra la deposizione di tre anni fa e quanto ha dichiarato durante l’udienza di ieri Andrea Ascani Orsini. Quanto è emerso - almeno nell’udienza di ieri - è che la signora Maria Cristina Gilardoni era la “donna di ferro” che decideva tutto. E i manager? «Erano solo dei meri esecutori», ha ribadito l’imputato evidenziando anche le scelte dalla zia in tema di gestione del personale, in particolare l’avvio della collaborazione con Alberto Comi, pensionato ed ex direttore dell’Unione Industriali. La versione dell’imputato - come evidenziato ieri dalle parti civili - contrasta con quanto dichiarato nelle precedenti udienze dai dipendenti.