Mancano le riserve idriche "L’estate ci preoccupa"

Luigi Lusardi, "Ci troveremo a litigare con chi produce l’energia e gli agricoltori"

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Come una bassa marea. Sta succedendo al lago di Como il cui livello è in picchiata. La situazione è da bollino rosso, l’acqua che esce è più del doppio di quella che entra dai 37 immissari e dal cielo non arriva una goccia. Le rive si stanno allargando, riaffiorando con nuove spiaggette o isolotti, con le sponde opposte del tratto di Adda tra il lago di Lecco e quello di Garlate che sembrano quasi toccarsi. Dall’acqua emerge completamente anche il basamento della statua in bronzo di San Nicolò, patrono della città, collocata nel 1955 una ventina di metri al largo: sembra di poterla raggiungere a piedi o che basti allungare le mani per toccarla. In molti punti non è inoltre possibile nemmeno attraccare più le barche ai moli o ai pontili. "Il problema non è adesso, temo per quest’estate, perché mancano le riserve idriche a monte - avverte Luigi Lusardi, presidente dell’Autorità di bacino del lago di Como -. Questo nuovo anno non ha nevicato e non piove da parecchio. Non si prevedono precipitazioni neppure per i prossimi giorni e quando finalmente arriveranno saranno purtroppo violente, combineranno disastri ma non muteranno la situazione del lago né delle scorte d’acqua in montagna. Ci troveremo nuovamente a litigare tra chi dovrà produrre energia elettrica, i coltivatori che avranno bisogno di irrigare i campi, gli operatori turistici che vorranno un lago pieno per proporne le bellezze paesaggistiche, i pescatori, chi il lago lo naviga, ognuno con le proprie esigenze". Non è la prima volta che si verificano periodi di siccità simili. "È da anni che predicono che occorrono investimenti per salvare il nostro lago in simili situazioni, ad esempio con vasche e piccoli bacini artificiali per stoccare l’acqua da utilizzare per l’agricoltura senza attingere al lago naturale, nessuno però mi ascolta", conclude amareggiato il presidente dell’Autorità di Bacino.

Daniele De Salvo