Barzago, 'Mamma Isis' è tornata: fa da esca ai reclutatori

Fuggita dal Lecchese per la Jihad, è al centro di un giallo

Un'immagine distribuita dai Ros che riguarda la vicenda di Valbona Berisha

Un'immagine distribuita dai Ros che riguarda la vicenda di Valbona Berisha

Barzago (Lecco), 19 dicembre 2016 - “Mamma Isis” si è rifatta viva. Valbona Berisha, l’albanese di 34 anni di Barzago sparita da casa il 14 dicembre 2014 per arruolarsi tra i miliziani dell’Isis in Siria, dove ha trascinato con sé anche l’ultimogenito Alvin che all’epoca aveva appena 6 anni, è ricomparsa in Facebook. Un’apparizione che alimenta un giallo. Il profilo è stato creato il 5 dicembre, in concomitanza della notizia che su di lei pende un mandato di cattura internazionale.  In rete è stata postata una sua immagine e un’altra con due bambini armati di kalashnikov e pistola, con indosso mimetiche, a lasciare intendere che uno sia suo figlio divenuto combattente del Califfato. Gli esperti di Antiterrrorismo, che per primi si sono occupati del caso, ritengono possa trattarsi di un fake, di un falso.

Si pensa che la donna, localizzata per l’ultima volta nella zona di Al Bab a nord di Aleppo, sia morta durante i ripetuti bombardamenti dei soldati della coalizione anti-Daesh. Qualora sia scampata ai raid difficilmente inoltre avrebbe accesso a internet. Il sospetto semmai è quello che la pagina sia stata creata di proposito per adescare tramite il web potenziali jihadisti italiani disposti ad imitarla.  «I reclutatori sono abili nel manipolare le persone che riescono a contattare tramite le chat -  avvertono gli investigatori -. Quel profilo potrebbe essere un’esca per avvicinare aspiranti foreign fighter». Nonostante l’imminente crollo dello Stato islamico, o proprio in vista di una battaglia finale, si teme dunque che i fiancheggiatori dei terroristi abbiano intensificato le attività di reclutamento.

E una delle aree più calde risulta essere quella lariana. Lo dimostra l’espulsione solo l’altroieri di Belgacem Belhadj, tunisino di 49 anni di Lurago d’Erba, dove abitava regolarmente da tempo, ritenuto uno dei vertici dell’Associazione culturale islamica di Como, già coinvolto in passato nel favorire la partenza di volontari diretti in Afghanistan. La stessa sorte era toccata proprio l’anno scorso, a dicembre, a un 20enne sempre della Tunisia che abitava nel Meratese. E poi c’è il precedente dell’arresto di fine aprile di Abderrahim Moutaharrik, kickboxer marocchino di 28 anni, pure lui residente in provincia di Lecco, pronto a compiere attentati in Italia su ordine di Mohamed Koraichi, connazionale di 32 anni di Bulciago che nel 2015 è andato anche lui in Siria con la moglie 39enne Alice Brignoli e i tre figli minorenni.