Lecco, la seconda vita di Mambretti: "Ora sono io ad aiutare gli altri"

Dalla battaglia contro la dipendenza alla 'Carovana del Sorriso', l’associazione che raccoglie fondi per aiutare i bimbi Masai

Giuseppe “Beppe“ Mambretti con uno dei bimbi del villaggio di Hedaru

Giuseppe “Beppe“ Mambretti con uno dei bimbi del villaggio di Hedaru

Lecco, 24 dicembre 2019 - Il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto a seconda della prospettiva da cui lo si guarda. Beppe Mambretti, al secolo Giuseppe Mambretti ("ma così non mi chiama nemmeno mia mamma"), ha deciso di vederlo nella giusta prospettiva solo dieci anni fa "quando sono uscito dalla comunità di recupero e ho avuto voglia di restituire quello che gli altri avevano fatto per me. Mi erano stati vicini gratuitamente e avevano gioito vedendomi felice: ecco questa è la molla che mi ha fatto davvero cambiare".

La prima vita di Beppe Mambretti inizia in una famiglia borghese e ricca, molto ricca tant’è che da giovane Beppe cresce tra gli agi di un bimbo benestante, che alla mattina viene accompagnato a scuola in auto dallo chauffeur di famiglia. Una famiglia, i Mambretti, a capo di una grossa azienda del territorio che a un certo punto però fa crac. E le cose cambiano radicalmente "sebbene sia difficile rendersene conto e soprattutto farci l’abitudine". Acceso, spento, dalle stelle alle stalle, forse è (anche) per questo che Mambretti sprofonda pian piano della dipendenza dalla droga. "Dico solo che ognuno di noi nasce con dei “vuoti“ dentro di sé che vanno riempiti e in quel momento non ero capace di vedere quello che di bello c’era in me". Il bicchiere mezzo pieno appunto o qualcos’altro, visto nella prospettiva cristiana "che ti fa riflettere sul fatto che la vita è un dono che non ti appartiene e proprio per questo va sfruttato al meglio". La seconda vita di Beppe parte dieci anni fa quando decide appunto che è venuto il momento di restituire perché lui ce l’ha fatta a sconfiggere i suoi “demoni“, quel “male oscuro“ che l’aveva fatto precipitare negli abissi. E così Mambretti ritrova un’energia inattesa che lo porta a fondare la “Carovana del sorriso“, un’associazione benefica che oggi comprende una quarantina di soci benefica con sede in città che si occupa di raccogliere fondi e trasformarli in progetti di cooperazione internazionale. "Abbiamo iniziato aprendo dei laboratori dentistici prima nella Bosnia-Erzegovina e poi, grazie all’aiuto di una suora italiana, in Romania". In quegli anni Beppe percorre in lungo e in largo i Paesi dell’ex Jugoslavia "con uno studio odontotecnico trasportabile che ha sopperito a tantissime carenze, soprattutto tra i più piccoli", progetto poi esportato anche per i bimbi di Kobane, in Siria.

Nel 2014 il terreno di aiuto si sposta in Africa "dopo aver conosciuto il vescovo di Same, la regione della Tanzania alle pendici del Kilimangiaro dove abbiamo iniziato un “safari odontoiatrico“ in una diocesi grande come tutta la Lombardia". Sugli altopiani della regione di Same vivono i Masai, il fiero popolo nilotico semi-nomade e così il lavoro dei volontari della “Carovana del sorriso“ assume nuove connotazioni. "Siamo venuti in contatto - ci racconta Beppe - con un missionario che nel villagio di Hedaru si occupa di orfani, unidici bimbi costretti a vivere in una baracca di appena settanta metri quadrati". Gli sforzi di Mambretti e degli associati si concentrano lì e con i fondi raccolti in Italia nel novembre 2016 viene inaugurato il nuovo orfanotrofio battezzato “Casa degli Angeli“ mentre l’anno successivo viene aggiunta un’altra struttura adibita a cucina intitolata a Riccardo Galbiati, mentre quest’anno è nato il Carovana Charity Village, "una sala polifunzionale che serve come centro ricreativo per la popolazione locale ma anche come doposcuola per i ragazzi". E già si guarda al futuro "a un prescuola per i bimbi Masai che devono imparare lo swahili, la lingua ufficiale altrimenti resteranno esclusi dalla società". Perchè, come recita un famoso aforisma di Alessandro Manzoni, si dovrebbe pensare più a far bene che a stare bene: e così si finirebbe anche a star meglio. © RIPRODUZIONE RISERVATA