"Magnodeno strategico per l’economia"

I vertici di Unicalce e la richiesta di raddoppiare la cava alle spalle di Lecco

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Il sacrificio del Magnodeno è necessario per estrarre "calcare purissimo che mediante il processo di calcinazione si trasforma in calce, impiegata nella produzione di materie prime fondamentali per settori strategici del nostro tessuto socioeconomico". Lo sostengono i vertici di Unicalce, il colosso italiano della produzione di calce, che hanno chiesto di poter più che raddoppiare il fronte di cava sul Magnodeno per estratte altri 2 milioni 800mila metri cubi di materiale rispetto ai 2 milioni già autorizzati. La calce prodotta viene utilizzata nella depurazione delle acque e dei fanghi, in agricoltura e zootecnia, nella produzione dell’acciaio e del vetro, nell’industria chimica e farmaceutica, l’edilizia e la realizzazione di infrastrutture. Il verdetto sulla concessione verrà pronunciato probabilmente a fine mese.

"Confidiamo che la Conferenza dei servizi e le diverse istituzioni che ne prendono parte possano apprezzare la validità e l’impegno complessivo di questo importante progetto di sviluppo per la nostra azienda, per il tessuto produttivo ed economico lecchese e di tutto il Paese – spiega Luca Negri, direttore generale di Unicalce -. Ci impegnano con questo nuovo piano a declinare crescita economica, occupazionale e sociale nel pieno rispetto delle tematiche ambientali e di sostenibilità che caratterizzano il nostro agire". Tutte le normative e le prescrizioni sono state sempre rispettate. "Abbiamo fornito le necessarie integrazioni in merito alla stabilità e tenuta del reticolo idrico minore, alla non nocività delle emissioni di polveri in atmosfera e nelle acque, agli interventi di ripristino ambientale rassicurano sempre da Unicalce -. Come dimostrato, le attività della cava di Lecco non rilasciano emissioni dannose".

D.D.S.