Bimbi down contro il muro, maestra nei guai

L’insegnante di sostegno de La Nostra Famiglia è stata rinviata a giudizio per abuso dei metodi correttivi nei confronti di due alunni

Carabinieri

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Bosisio Parini (Lecco) - Un insegnante di sostegno finisce “in castigo“, anzi a processo per aver messo due bambini affetti dalla sindrome di down contro un muro. Caterina R., 60 anni, originaria di Villasanta deve rispondere davanti al giudice monocratico del tribunale di Lecco, Giulia Barazzetta, di abuso dei metodi correttivi. I fatti risalgono al 5 giugno di cinque anni fa, quando l’insegnante di sostegno, in servizio a La Nostra Famiglia di Bosisio Parini, spostava la sedie di un bambino di 9 anni disabile e lo posizionava davanti a un muro. Successivamente usava il medesimo comportamento verso un altro alunno di 10 anni. L’episodio è stato notato da altre due insegnanti, che hanno chiesto spiegazioni alla 60enne, che non ha motivato la sua decisione, e successivamente è stata segnalata ai vertici dell’istituto La Nostra Famiglia.

È scattata quindi la segnalazione ai carabinieri che hanno avviato le indagini, coordinate dalla Procura di Lecco, e al termine è stata rinviata a giudizio. Nel decreto di citazione a giudizio si legge: "Spostava la sedia su cui era seduto un bambino di 9 anni, lo poneva contro il muro e gli bloccava le gambe tenendogliele sollevate fin quasi al viso, indifferente davanti alle urla del bambino, interrompendosi per l’intervento di un’altra insegnante. Poco dopo davanti al diniego dello stesso bambino di svolgere le attività, ripeteva il gesto di sollevargli le gambe , gli sbatteva le mani contro il banco e premeva una matita sulla mano". Poco dopo è accaduto un episodio simile nei confronti di un altro alunno. L’imputata, assistita dall’avvocato Roberto Corbetta del foro di Lecco, ha sempre respinto le accuse. La famiglia di uno dei due bambini si è costituita parte civile, assistita dall’avvocato Paolo Confalonieri, del foro di Monza.

Ieri in aula si sono vissuti momenti di tensione, l’imputata non ha ancora scelto il rito, che comprende tra l’altro l’eventuale messa al prova, e la parte civile si è dichiarata contraria all’irrisoria proposta di risarcimento. Del medesimo parere il Pm Mattia Mascaro. Il giudice Barazzetta ha quindi deciso per un aggiornamento dell’udienza al febbraio del prossimo anno per permettere alle parti di trovare un’intesa sul risarcimento e all’imputata di optare per la messa alla prova con servizi di pubblica utilità.