Lecco, i commercianti: "Basta lungolago chiuso per gare". Ma i cittadini non ci stanno

Molte le reazioni contrarie all'uscita di Confcommercio, che viene bollata come bacchettona

La partenza dell'ultima ResegUp dal lungolago

La partenza dell'ultima ResegUp dal lungolago

Lecco, 17 luglio 2019 - E' il lungolago con le chiusure il tema dell’ultimo sfogo di Confcommercio Lecco che per bocca del suo direttore, Alberto Riva, mette nel mirino ancora una volta il Comune che a suo dire «non ha ancora capito che chiudendo il lungolago per manifestazioni che attirano solo concorrenti o poco più, si penalizzano le attività economiche». È l’ennesima reprimenda nei confronti di palazzo Bovara con il feeling si è perso da tempo e fin qui nulla di strano, come peraltro traspare dalla reazione di Virginio Brivio.

«Sono dodici le manifestazioni all’anno per cui chiudiamo il lungolago - spiega il sindaco, che è in vacanza - e tutte di assoluto spessore. Faccio fatica a credere che questi eventi non portino incassi ai commercianti del centro. Il punto vero è un altro: che si faccia qualcosa o non si faccia, per Confcommercio l’Amministrazione attuale sbaglia sempre». Brivio sembra ormai essersi rassegnato. Questa volta però la sensazione è che la maggioranza dei lecchesi ritenga l’ultima uscita di Riva davvero fuori luogo, a giudicare dalle reazioni del popolo della “rete” che bolla Confcommercio come bacchettona. E non sono i soli. Il mondo dell’associazionismo sportivo si dice allibito. «Faccio sport da quindici anni, soprattutto running e triathlon - spiega Giovanni Mazzei, segretario di 3Life -. Ho corso in tutto il mondo, New York e Londra, e ovunque gli eventi sono delle feste. Solo Lecco fa eccezione». La pensa esattamente così Renzo Straniero (Spartacus), che domenica ha organizzato il Triathlon Città di Lecco, una sfida tra 550 ironman per la quale il lungolago è stato chiuso.

«A Lecco sento queste cose da anni e i lecchesi su questo sono davvero indietro anni luce. Vogliamo rilanciare il turismo e poi siamo qui a parlare di inezie. Domenica saremo a Cernobbio dove chiuderemo il lungolago per una gara: lì non vedono l’ora di accoglierci a braccia aperte». «Faccio fatica a credere che per una manifestazione come la ResegUp dove dello scorso giugno - spiega Gianluca “Cine” Corti, ex consigliere a Lecco e uomo di sport - nessuno dei 1250 atleti al via o qualcuno loro familiare non sia entrato in un bar o ristorante di Lecco. L’obiettivo è portare quante più persone possibili in città, anche con il turismo sportivo: basterebbe che Confcommercio dialogasse con il Comune e gli organizzatori per trovare le giuste sinergie». Che nome dare allora a questa malattia: provincialismo, miopia, incomunicabilità o semplice guerra dei campanili?