Lecco, effetto lockdown sui ragazzi. Più casi di autolesionismo

La pandemia ha portato anche all’esplosione di giovani che soffrono di disturbi alimentari e del comportamento, ritiro sociale e dipendenza dai social

Controlli dei carabinieri nei parchi del lecchese

Controlli dei carabinieri nei parchi del lecchese

 

Lecco, 27 maggio 2022 -  Più di 100 ragazzini e ragazzine lecchesi hanno pensato a volte tentato di uccidersi, mentre una ventina sono stati ricoverati perché ci hanno provato veramente o per scongiurare che compissero gesti estremi. Nel 2021 gli specialisti dell’Asst di Lecco hanno individuato e assistito 108 minorenni con comportamenti o ideazioni suicidiari, il 47% in più dei 73 del 2019. Per 23 di loro è stato necessario ricoverarli in Pediatria, più del triplo dei 7 del 2020.

È "effetto collaterale" del lockdown e della pandemia di Covid-19, che hanno portato anche all’esplosione di giovanissimi che soffrono di disturbi alimentari, disturbi del comportamento, forme di ritiro sociale e dipendenza dai social. Neurologi e neuropsicologi della Neuropsichiatria infantile l’anno scorso si sono occupati di 4.127 piccoli e giovani utenti, 1.1447 dei quali nuovi: sono il 17% in più dei 3.527 del 2020. Impennano pure gli accessi all’Ambulatorio di psicopatologia dell’adolescenza: nel 2021 sono stati 368 i minori presi in carico, il 17% in più dei 313 del 2019 prima dell’emergenza sanitaria e il 52% in poù dei 206 del 2014. «La situazione pandemica e post-pandemica, tuttora in atto, hanno avuto effetti estremamente drammatici su molti giovani, rendendo, a volte in maniera tragica, evidente un disagio adolescenziale che spesso si esprime con quadri psicopatologici di interesse neuropsichiatrico", commenta il direttore sociosanitari dell’Asst lecchese Enrico Frisone. Proprio in questi giorni è in corso in Aula magna dell’ospedale Alessandro Manzoni di Lecco una quattro giorno di formazione sui disturbi psicopatologici in adolescenza, organizzata dai medici e dagli operatori Neuropsichiatria infantile per neuropsichiatri, psichiatri, psicologi, pediatri, medici di famiglia e di quanti di occupano di adolescenti in difficoltà, a volte serie e cliniche, nel loro percorso evolutivo di per sé già problematico verso l’età all’età adulta.

"La pandemia da Covid e l’emergenza dei disturbi clinici ha reso indispensabile avviare, ed ora stabilizzare, nuove modalità di intervento sia organizzative, sia cliniche", spiega Ottaviano Martinelli, direttore della Neuropsichiatria infantile lecchese. Rispetto alle necessità e dei giovani e giovanissimi utenti, gli specialisti sono tuttavia pochi, gli spazi risultano inadeguati e i neuropsichiatri infantili e gli psicologi fanno i salti mortali oltre che gli straordinari spesso nemmeno pagati per assistere i pazienti che aumentano sempre di più.