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— PRIMALUNA —
UN PROGETTO nell’aria da tempo ma che solo ora sembra concretizzarsi e che sta creando qualche perplessità in valle quello di «Acqua alta» finalizzato a creare un nuovo acquedotto che dalla Val Biandino porti l’acqua nella sede della Norda a Primaluna. Infatti un’ottantina di soggetti proprietari di parti di terreni tra la Val Biandino e Primaluna, hanno ricevuto in questi giorni un «atto di significazione» in vista del passaggio sulle loro proprietà di una nuova linea destinata a portare acqua alla nota azienda di acque minerali della Valsassina. Tra i destinatari delle comunicazione anche il Comune di Introbio, titolare di una porzione di terreno interessato dall’esproprio. Proprio l’amministrazione comunale ha chiesto in via ufficiale la sospensione immediata delle procedure, per i necessari approfondimenti e verifiche. Sembrerebbero infatti non soddisfare appieno gli amministratori le informazioni sul tracciato dell’acquedotto la Val Biandino e l’industria a Primaluna.
UN PROBLEMA che sembra animare molto i proprietari dei terreni interessati, molti dei quali hanno ricevuto questi atti con un preavviso minimo per opporsi, per fare ricorso o semplicemente per avere le legittime informazioni. Eppure, l’avallo alla pubblica utilità del nuovo acquedotto denominato «Acqua Alta» era arrivato già nel 2007. Tre anni utili per studiare la situazione e soprattutto contattare chi dovrà vedersi espropriata un po’ di terra. Oltre al Comune, sono molte le persone e aziende ad aver fatto opposizione all’atto ricevuto in questi giorni.
Più di due anni fa la stessa amministrazione comunale di Introbio aveva sancito la pubblica utilità del nuovo acquedotto, condividendo con l’azienda il percorso di una seconda tubazione dal lago di Sasso fino quasi a Primaluna. Utile per Introbio portare acqua dalla Val Biandino al paese. Ma del progetto ora si occuperà in modo sostanziale l’amministrazione provinciale di Lecco, la stessa alla quale si è rivolto il Comune di Introbio per bloccare le ispezioni dei tecnici sui terreni soggetti al passaggio delle tubazioni.
«Acqua Alta» rappresenta un’operazione da svariati milioni di euro con significative ricadute di tipo economico e occupazionale per il territorio. Sembra però non essere piaciuta la forma scelta per chiedere i terreni e soprattutto sembra mancare in modo chiaro il riferimento al pagamento degli spazi occupati per la realizzazione degli interventi