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di STEFANIA TOTARO
— MUGGIÒ —
PRIMA UDIENZA ieri del processo al Tribunale di Monza per la presunta bancarotta fraudolenta della Tornado Gest srl di Muggiò, la società che nel 2004 ha realizzato nel parco del Grugnotorto il multiplex Magic Movie Park, cinema multisala corredato di negozi mai decollato anzi chiuso per mancanza di autorizzazioni dopo l’apertura di un Cinamercato di abbigliamento abusivo e che è fallita nel 2007 con un buco di circa 40 milioni di euro. All’udienza, che si è tenuta davanti al collegio di giudici presieduto da Maria Rosaria Pastore, pubblica accusa rappresentata da Gerardo Baggio, si sono presentati l’ex amministratore della Tornado Gest Felice Zaccaria e la moglie Aldina Stagnati, che devono rispondere di concorso in bancarotta fraudolenta e sono detenuti in carcere dall’aprile scorso e anche Song Zhicai, a sua volta detenuto, il cinese che deve rispondere di truffa ed estorsione per aver aperto al piano interrato della struttura un megastore di connazionali dove si vendeva di tutto nella completa illegalità e violazione delle normative di sicurezza, arrestato a Napoli e accusato insieme al cognato Chen Honglai ancora ricercato e probabilmente tornato in Cina di aver truffato i connazionali del Cinamercato facendosi pagare gli affitti per negozi non autorizzati, arrivando addirittura qualche volta a passare all’estorsione minacciandoli per ottenere il denaro. Mentre Zaccaria e Zhicai sono rimasti dentro la gabbia riservata ai detenuti nell’aula, la Stagnati si è seduta accanto all’avvocato. La difesa degli imputati è riuscita a ottenere l’ammissione dell’intera documentazione acquisita nel corso dell’inchiesta sul fallimento della Tornado Gest, mentre il pm aveva preparato un fascicolo con una documentazione da lui ritenuta sufficiente al fine dell’accusa.

SI TORNA in aula il 13 novembre quando il processo entrerà nel vivo con le prime testimonianze. Imputati di concorso in bancarotta fraudolenta anche l’ultimo amministratore della Tornado Gest Saverio Lo Mastro, a sua volta ancora detenuto in carcere, e il prestanome per operazioni contabili Stefano Firmano, che subito dopo l’arresto aveva ottenuto i domiciliari. I due imputati hanno scelto riti alternativi: Lo Mastro dovrebbe essere giudicato con il rito abbreviato, mentre Firmano potrebbe addirittura arrivare a un patteggiamento.