Lo pesta e lo manda in coma: "Mi ha chiesto il fumo"

Rintracciato e arrestato il 33enne che ha massacrato di botte un uomo. È accusato di tentato omicidio

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Ha continuato a pestarlo e infierire anche quando ormai era a terra esanime in una pozza di sangue. Prima di scappare, perché sentiva le sirene e vedeva i lampeggianti blu delle Pantere dei poliziotti avvicinarsi, gli ha anche sferrato un ultimo calcio in faccia. Ora è in cella il marocchino di 33 anni che nella notte tra giovedì e venerdì in centro a Lecco ha aggredito e quasi ucciso un 47enne del Togo, ricoverato in stato di coma. L’accusa per lui è di tentato omicidio. Lo hanno rintracciato gli agenti della Polizia, grazie anche alle telecamere del sistema di videosorveglianza comunale: quando lo hanno bloccato aveva ancora i vestiti ricoperti del sangue schizzato ovunque sotto i suoi pugni e le sue pedate. Sostiene di essere stato provocato all’uscita di un bar perché il 47enne gli avrebbe chiesto del “fumo“. I video del grande fratello municipale e i testimoni in realtà indicano altro. Sia lui sia la sua vittima probabilmente hanno cominciato a litigare perché entrambi ubriachi. Al momento il 33enne, che è incensurato, in Italia con regolare permesso di soggiorno, sposato e con un lavoro stabile, resta in cella. L’altra sera a Lecco si è poi ripetuta un’altra scena di guerriglia urbana, nel solito viale Filippo Turati, campo di battaglia di ragazzini stranieri divisi in bande, in una città dove botte e sangue ormai sono all’ordine del giorno, anzi della notte.

Daniele De Salvo