L’eredità delle Olimpiadi 2026 "Via i vecchi impianti dello sci"

Albosaggia, domani la consegna al Parco delle Orobie della “Bandiera verde“ di Legambiente per la riqualificazione all’alpe Campelli dove sono stati smantellati gli skilift e i 12 piloni di sostegno

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ALBOSAGGIA (Sondrio)

di Michele Pusterla

Nella mattinata di domani, ad Albosaggia, è in programma la cerimonia di consegna della “Bandiera verde“ di Legambiente al Parco delle Orobie Valtellinesi per l’intervento di riqualificazione all’alpe Campelli, 1.300 metri, dove sorgeva un impianto di sci (12 piloni, stazioni di partenza e arrivo) da anni dismesso. Ora non c’è più. Interverrà anche Marzio Marzorati, coordinatore Federparchi Lombardia.

"Consegniamo la Bandiera del 2020, lo scorso anno non si è potuto causa l’emergenza Covid - spiega Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia presente all’incontro -. Nel 1960 si è costruito un complesso sciistico, a bassa quota, con poca neve. La società è fallita, l’impianto è rimasto e si è degradato sempre più con i ferri a vista che costituivano un pericolo. Il Comune e il Parco hanno trovato la soluzione e dal giugno di un anno fa hanno smantellato lo scheletro e la zona si è ripopolata di biodiversità, con piante e prati rinati. Grazie a fondi della Regione l’area ha riconquistato il suo valore paesaggistico". Un’azione di recupero, in ottica anche olimpica.

"Dopo l’evento - sottolinea Meggetto - ci saranno a disposizione risorse “per ricostruire la montagna“. Noi partecipiamo ai tavoli di Fondazio Milano-Cortina e abbiamo chiesto che quelle risorse vengano destinate all’eliminazione di quelle strutture sciistiche, presenti ancora nelle province di Lecco, Como, Bergamo e Brescia, abbandonate da tempo e che deturpano il paesaggio. Siamo fiduciosi nel raggiungimento dell’obiettivo".

"Una spina conficcata nel fianco del paese da quasi 40 anni - afferma Graziano Murada, sindaco di Albosaggia -. Quei due impianti da sci nati negli anni 60, in quel boom economico che celebrava lo sci come nuova frontiera di rivalsa montana su una povertà atavica, nel 1984 chiusero per sempre. E da allora quei piloni arrugginiti, quelle stazioni di partenza, rimasero uno sfregio in un ambiente incontaminato. E questa bruttura, con altri impianti dismessi lungo le Alpi, divennero l’emblema di come l’azione dell’uomo, veloce nel costruire, diventasse lentissima nel riparare. Ma, almeno ad Albosaggia, grazie al Parco delle Orobie, si è dato vita ad un esempio virtuoso. Rinaturalizzare quello che l’uomo aveva lasciato sul terreno".

Soddisfatto del risultato Doriano Codega, presidente del Parco, che riceverà la bandiera: "Siamo molto felici di questo riconoscimento, un simbolo per chi opera in campo ambientale che testimonia ancora di più l’elevata qualità naturale presente sul territorio. Quello che rimaneva del vecchio impianto era brutto da vedere e nocivo per l’ecosistema in una zona caratterizzata da una rilevante biodiversità, dalla varietà di specie animali e vegetali. Con questo intervento si è concretizzato un lungo lavoro di tutela dei valori naturali e ambientali avviato negli anni scorsi in collaborazione con il Comune di Albosaggia che ha consentito di restituire ai cittadini e ai visitatori la piena fruibilità dei luoghi".