Rahim, il pugile del Califfato: «Pronto a uccidere e anche a morire»

Il terrorista arrestato lavorava in un'azienda di Valmadrera ed era un kick-boxer semi professionista in una palestra di Lugano

I dettagli dell'operazione con il pugile-terrorista

I dettagli dell'operazione con il pugile-terrorista

Lecco, 29 aprile 2016 - Dipendente stimato  della «Dell’Oro srl» di Valmadrera, padre premuroso e kick-boxer di valore tanto che il 19 maggio prossimo avrebbe dovuto partecipare alla Notte dei campioni, evento di primo piano della specialità che si tiene a Seregno. Il profilo di Abderrahim Moutarrik, il terrorista della porta accanto, è quello di un normalissimo ragazzo prossimo ai trent’anni che durante il giorno lavora in un’azienda e quando può va ad allenarsi nella palestra di Lugano, la «Fight club» per cui combatte come semi professionista. Abderrahim è bravo, ha un fisico scultoreo, non tocca alcol nè sigarette, picchia duro ma già nei combattimenti si capisce in che direzione vadano le proprie simpatie.

FACEBOOK 

In un video postato su Facebook compare sul ring con una maglia dello Stato islamico e la kefiah accompagnate da musiche arabe che inneggiano alla battaglia. Anche su Facebook dedica un poema a Oussama Khachia, che nel frattempo è morto in battaglia con il Califfato. Con il fratello del martire jihadista, Abderrahme Khachia, nasce l’intesa sdi abbracciare l’Isis («è il desiderio di Dio, che ci ha scelto tra miliardi di persone», dice Moutarrik in un’intercettazione).

L'EREDITA'

Il padre di Oussama Khachia, Brahim Khachia, gli dona la «kandura bianca», la tunica indossata dal figlio nelle funzioni religiose, la stessa indossata in una foto postata su Facebook proprio il giorno successivo della morte. Gli inquirenti interpretano il gesto dal carico contenuto simbolico come una vera e propria investitura, un invito a seguire le orme del martire caduto in battaglia in nome della jihad. Una scelta che la moglie di Abderrahim Moutarrik,Salma Bencharki caldeggia, particolare che riempi di orgoglio lo stesso aspirante terrorista.

IL FINANZIAMENTO

La moglie anzi si prodiga lei stessa a reperire i soldi necessari per il viaggio fino in Turchia firmando un contratto di finanziamento di 7mila con la filiale di Introbio della Deutsche Bank. Nel suo progetto di arruolarsi con il Califfato è determinato come quando sale sul ring per riempire di calci e pugni gli avversari: «Io andrò, va bene andrò e uccido chi uccido, e morirò anche», dice alla moglie in auto.

IL VIA LIBERA

Il 15 marzo scorso riceve dall’ignoto Sceicco un messaggio vocale whatsup la taqiyya. ne parla come del «grande giorno» e risponde così: «Che Dio ti benedica Sceicco, se Dio vuole ci sarà la nostra vittoria sul popolo degli ingiusti, se Dio vuole da noi non vedranno altro che macellazione e uccisione, se Dio vuole vi raggiungeremo».

LA CONDIZIONE

Al telefono il pugile terrorista coinfida all'amico l'unica condizione necessaria prima di arruolarsi: «Vorrei mettere la mia famiglia in salvo, in Siria, nei territori occupati dalle milizie delle bandiere nere. Voglio almeno che i miei figli crescano un po’ nel paese del califfato dell’Islam, il paese dove c’è la legge islamica, questa è l’unica richiesta che voglio».