Neonato deceduto: scartata la morte in culla

Ma il sostituo Citterio non scioglie la riserva. Forse una nuova autopsia

Il tribunale di Lecco

Il tribunale di Lecco

Lecco, 28 ottobre 2015 - Non c'è un’ora certa a cui far risalire la morte del piccolo Liam e nemmeno la causa che abbia portato il suo cuoricino a smettere di battere a soli ventotto giorni di vita. La relazione dei tre super esperti incaricati dal sostituto Cinzia Citterio di far luce sul dramma di Ballabio non ha fornito, in realtà, quelle risposte che forse lo stesso titolare pm si attendeva nel giorno del summit all’ospedale di Lecco per fare il punto delle indagini. A cominciare dall’orario del decesso con gli inquirenti ancora in attesa di esami di laboratorio decisivi per una definizione più dettagliata. Così, a quasi due settimane dal decesso, le ombre non sembrano diradarsi del tutto e gli interrogativi restano sul tappeto con tutto il loro carico di inquietudini.

Nessuna svolta vera e propria, insomma, ma un passo in avanti si è comunque registrato perchè i tre esperti hanno appurato che non si può parlare di «morte in culla». L’anatomopatologo Paolo Tricomi, il neonatologo il radiologo sono arrivati a provare che il neonato non è morto in modo inatteso durante il sonno. Qualcosa che si era già ipotizzato ma ora c’è la certificazione di tre medici: il piccolo Liam non è morto a seguito di un evento improvviso. E questo non è un particolare di poco conto perchè restringe il campo di indagine e riporta a valutare diversamente qualcosa che già agli atti, «lo schiacciamento cranico» riscontrato anche in una visita esterna sul bimbo durante il primo dei due ricoveri al Manzoni.

Nella relazione a pm, uomini della Polizia Scientifica ma anche al legale nominato dai genitori di Liam i tre medici hanno pure confermato l’assenza di segni esterni sul corpo del neonato. E anche questa è una certezza su cui può contare il sostituto Citterio la quale però non ha ancora concesso il nullaosta per le esequie, segno evidente che i dubbi restano ancora molti. Lo conferma il fatto che il magistrato non ha ancora deciso se sciogliere la riserva. Così il titolare dell’inchiesta si è presa un paio di giorni per decidere se chiedere l’autopsia, scelta che di conseguenza implicherà l’ufficializzazione dell’apertura di un registro degli indagati a cui deve. In realtà esami sul piccolo corpicino di Liam sono già stati eseguiti, non l’autopsia vera e propria che - essendo atto unico e irripetibile - deve essere svolta alla presenza dei legali di tutti gli indagati, pena l’inutilizzabilità a processo.

La sensazione è che si andrà verso la richiesta dell’autopsia, proprio per non lasciar nulla di intentato sul piano delle indagini ma anche come garanzia nei confronti degli indagati. L’esame andrà comunque a settimana prossima e per il piccolo Liam non c’è ancora pace.