Lecco, i "Los Mateos" in libera sulla via dei Ragni alla Poincenot

Bell'omaggio di Matteo della Bordella, Matteo Bernasconi e Matteo Pasquetto. Il Cerro Torre resta troppo pericoloso

Della Bordella, Pasquetto, Bernasconi

Della Bordella, Pasquetto, Bernasconi

Lecco, 24 febbraio 2020 - Se il Cerro Torre non ha nessuna intenzione di concedersi i "Los Mateos" non stano di certo con le mani in mano. Dopo la nuova via aperta sull'Aguja Standhardt della scorsa settimana, il presidente dei Ragni di Lecco Matteo Della Bordella, il ragno Matteo Bernasconi e Matteo Pasquetto hanno salito in libera la via "40esimo Gruppo Ragni" sulla parete Nord-Ovest della Poincenot in Patagonia. Un bell'omaggio alla storia del gruppo. 

"E' una strana sensazione non riuscire nemmeno a mettere le mani sul Torre dopo averlo tanto desiderato, ma è inutile girarci intorno, con queste condizioni era troppo pericoloso! Ne abbiamo approfittato per ripetete una via un po' misteriosa e affascinante che sale la parete nord dell'Aguja Poincenot: la via 40esimo gruppo Ragni aperta da Mario Panzeri, Paolo Vitali, Marco Della Santa e Daniele Bosisio nel 1986. Ci teniamo a fare i complimenti agli apritori (allora giovanissimi) per l’intuizione avuta nello scalare per primi questa parete per una linea così logica. Se non fosse per il lungo e scomodo avvicinamento siamo convinti che al giorno d’oggi questa via potrebbe diventare molto ripetuta ed ambita per la qualità della scalata. Siamo riusciti nella completa salita in libera a vista della via e possiamo dire che in un ottica moderna questa sia un bellissima via con difficoltà fino al 6c"., fa sapere il presidente dei Ragni. 

L'itinerario venne aperto in occasione del 40esimo di fondazione del Gruppo Ragni, degnamente festeggiato dai Maglioni Rossi con tre spedizioni in contemporanea: quella alla Poincenot, appunto, e quelle alla Cima Ovest del Monte Sarmiento e alla parete sud della Torre Centrale del Paine. Tre obiettivi diversi fra loro (dall'alpinismo esplorativo dell'isolato e sfuggente Sarmiento a quello più tecnico e sportivo del Paine), ma tutti di altissimo livello. Tre cime raggiunte per uno dei momenti più memorabili della storia del  ruppo della Grignetta.