Lecco ha un cinema Per ora è quello della parrocchia

L’unico nel capoluogo dopo la chiusura di tutte le sale

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di Daniele De Salvo

Silenzio in sala a Lecco, al cinema Aquilone comincia lo spettacolo. Sono quasi ultimati i lavori per rimettere a nuovo e riaprire il cineteatro parrocchiale di Lecco, che sarà di fatto l’unica sala cinematografica in città a disposizione di tutti, credenti e non credenti. "È un progetto parrocchiale ma non confessionale – conferma il prevosto di Lecco monsignor Davide Milani -. Non proporremmo cinema, teatri, concerti, conferenze strettamente cattolici, perché questa differenza non esiste". Non di solo pane vive infatti l’uomo: "Incontrarsi, confrontarsi, pensare sono azioni che hanno a che fare con lo spirituale – spiega il reverendo -. Desideriamo un città non solo dove si lavora ma dove ognuno possa essere se stesso anche attraverso la cultura, perché senza cultura non si può essere cittadini consapevoli". Il taglio del nastro inaugurale è previsto per quest’estate, con la seconda edizione del Lecco Film Fest. La sala avrà 92 poltrone in platea, 48 in balconata al piano superiore per un totale di 150 posti a sedere. Le proiezioni saranno in 4k. Non si chiamerà più però cinema Aquilone, perché è stato lanciato un concorso per scegliere un nuovo nome. La struttura originaria risale alla fine dell’800, agli inizio del secolo scorso era un teatro e nel dopoguerra è diventato anche un cinema chiuso poi da ormai un quarantennio. Per riaprilo è stato investito quasi un milione di euro: poco meno di 500mila euro sono arrivati grazie ad un finanziamento concesso dai vertici della Fondazione Cariplo, altri 200mila da Regione Lombardia, il resto forse deriveranno da altri bandi nazionali, oltre che dalle donazioni di benefattori. Per un cinema che apre c’è un cinema che chiude, sebbene temporaneamente: è il Palladium della parrocchia di Castello. Nonostante la possibilità da ieri di riprendere le proiezioni i volontari hanno deciso di rimandare l’inizio della stagione in autunno, per la difficoltà di rispettare le norme anti-Covid e anche perché tanto la sala sarebbe stata chiusa per la pausa estiva a giugno. Daniele De Salvo