Lecco celebra il primo Gay Pride "Una pagina storica per la città"

Il sindaco presente alla manifestazione: il Comune entrerà nella rete anti-discriminazioni di genere

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di Daniele De Salvo

Il rosso dell’amore, l’arancione dei diritti, il giallo dell’orgoglio, il verde della parità, il blu della libertà e il viola della laicità. Sono i colori dell’orgoglio lgtb di cui ieri si è vestita Lecco per il primo Pride nella città dei Promessi sposi. A benedire "Renzo e Lucio", che è l’associazione degli attivisti lesbo, gay, bisex e transgender che hanno promosso la manifestazione e celebrare il "Pride che s’ha da fare" è stato il sindaco Mauro Gattinoni che ha partecipato personalmente ma soprattutto come rappresentante istituzionale di tutti i lecchesi "al Primo pride della storia Lecco".

"Stiamo scrivendo una nuova pagina meravigliosa della nostra città – ha detto dal palco allestito in piazza XX Settembre –. La diversità è ricchezza ed è occasione per aiutare la nostra comunità a crescere ed evolvere. I diritti sono libertà. Bisogna difendere i diritti acquisiti e promuovere nuovi diritti". Il sindaco ha anche annunciato che il Comune di Lecco aderirà alla rete contro le discriminazioni, le disparità e le violenze di genere. Al posto della tradizionale e anche pittoresca parata dell’orgoglio lgtb che solitamente si svolge nelle altre città, a causa dell’emergenza sanitaria ancora in corso, a Lecco si è svolta una biciclettata che ha fatto registrare il tutto esaurito, perché al Pride non hanno aderito non solo gli attivisti del movimento lgtb ma moltissime persone, perché i diritti non sono questione di orientamenti personali. "Un grande saluto alla città di Lecco e a quanti partecipano alla manifestazione del Pride – ha mandato un messaggio anche l’onorevole Alessandro Zan –. È una grande emozione sapere che il primo Pride organizzato in città è a sostegno della legge contro i crimini d’odio, una legge fondamentale di civiltà che l’Italia ormai aspetta da troppo tempo".

La legge è proprio la "sua" proposta di legge, il ddl Zan appunto, contro cui si sono espressi con una sorta di contromanifestazione i volontari dell’associazione Pro Vita e i sostenitori di Fratelli d’Italia.