Lecco, l'appello di una mamma: "Aiutatemi a riincontrare i miei figli"

Il Tribunale, 17 anni fa, decise che non era in grado di educarli quando erano piccoli: "Vorrei dire loro che non li ho abbandonati"

Stefania Invernizzi

Stefania Invernizzi

Lecco, 13 agosto 2019 - Quando li ha abbracciati l’ultima volta lui aveva tre anni, lei uno e mezzo. Ora sono diventati grandi: Nicholas, il primogenito, a Natale compirà i 20, mentre sua sorella Alessia Asia nei giorni scorsi ha festeggiato i 18. Stefania Invernizzi, 39enne di Lecco, la loro mamma naturale, in tutto questo tempo tuttavia non ha più potuto vederli, sentirli, guardarli crescere, nemmeno a distanza. Non sa neppure dove siano, con chi, neanche come stiano, perché i giudici del tribunale dei minori, quando lei era poco più di una ragazzina e si è ritrovata ad essere genitore per due volte, hanno ritenuto non fosse in grado di assolvere al compito di allevarli ed educarli.

Hanno così stabilito che ad occuparsene fossero altri, prima in affido, poi in adozione, togliendoglieli entrambi per sempre. L’unico ricordo concreto e materiale che ne serba sono alcune vecchie foto a colori sbiadite, che però non le possono più bastare. Adesso che sono maggiorenni e liberi di scegliere vorrebbe infatti che sapessero che chi li ha messi al mondo non li ha mai dimenticati. E vorrebbe sapere che persone sono:«So che una madre l’hanno già, sebbene non biologica, e che non sono io - confida -. Mi piacerebbe però incontrarli, parlare con loro, stringerli a me, spiegare che non li ho abbandonati, o almeno sapere che stanno bene e che sono felici». Non ha molti elementi per rintracciarli, è trascorso parecchio tempo e non ha conservato alcun incartamento utile di quando andava a trovarli nelle comunità in provincia di Como, di Verderio e in provincia di Pavia, da dove sono passati prima di essere accolti in una nuova famiglia. 

«Sono stati adottati nel 2003 e da quel poco che mi risulta dovrebbero vivere insieme - racconta -. Spero che in qualche modo vengano a sapere che li sto cercando, non credo ci siano molti fratelli e sorelle che si chiamino proprio come loro e che siano stati adottati, ammesso che lo sappiano, nonostante lo imponga la legge». Si sta affidando anche ai social, con il tam-tam della rete, diffondendo i pochi scatti che la ritraggono giovanissima mentre li tiene in braccio. «Non voglio sconvolgere di nuovo la loro vita, né irrompere nelle loro esistenza, tanto meno fare la loro mamma - prosegue -. Vorrei sapere come stanno, cosa fanno e, se se la sentono, vorrei se possibile incontrarli per spiegare loro quello che ho sofferto, attraversato e pagato, raccontare che non avevo un lavoro, una casa, un’auto e mi trovavo in un contesto difficile e per dire, guardandoli negli occhi, che sono la mia vita».