Lecco, calano gli aborti in provincia

Le interruzioni di gravidanza scese del 20% dal 2010. La Legge 194 varata 40 anni fa

Un’infermiera dell’ospedale Manzoni di Lecco

Un’infermiera dell’ospedale Manzoni di Lecco

Lecco, 23 maggio 2018 - La Legge 22 maggio 1978 n.194, più conosciuta semplicemente come Legge 194 o legge sull’aborto, ieri ha compiuto esattamente 40 anni. In provincia di Lecco, come nel resto in Lombardia e in tutta Italia, le interruzioni volontarie di gravidanza sono in calo. Nel 2017 ne sono state praticate 336 - 229 all’ospedale Alessandro Manzoni del capoluogo e 117 al San Leopoldo Mandic di Merate, gli unici presidi dove vengono praticate -, contro le 357 del 2016, le 362 del 2015, le 397 del 2014, le 374 del 2013, le 402 del 2012, le 453 del 2011 e le 422 del 2010. In otto anni si è registrata una diminuzione di circa il 20% del ricorso all’aborto volontario.

I dati regionali e nazionali relativi al 2017 al momento non sono stati ancora divulgati, a differenza di quelli provinciali forniti gentilmente dalla direzione e dall’Ufficio comunicazione dell’Azienda socio-sanitaria territoriale lecchese. In base agli ultimi report elaborati dai funzionari dell’Istat, in Lombardia emerge che si è passati dalle 18.955 Ivg (l’acronimo medico per le interruzioni volontarie della gravidanza) del 2010 alle 14.109 del 2016, con una diminuzione del 25% in 7 anni. Una statistica in linea con la percentuale italiana dello stesso periodo, poiché le interruzioni volontarie di gravidanza nel 2010 sul territorio nazionale sono state 112.463 mentre nel 2016 sono state 84.874. Ai 336 interventi di interruzione volontaria di gravidanza effettuati nel 2017 in provincia di Lecco si devono però aggiungono pure 19 somministrazioni di Ru486, il farmaco abortivo alternativo all’opzione chirurgica. All’interno dell’Asst lecchese su 27 ginecologi in servizio, di cui 18 a Lecco e 9 a Merate, gli obiettori sono in tutto 13, poco meno della metà, 6 al Manzoni e 7 a Mandic, dove solo due non sono obiettori e sono disponibili a praticare aborti volontari.

Le stime più recenti diffuse dal Ministero della Salute nella primavera del 2016 evidenziano che i ginecologi obiettori in Italia variano dal 13,3% della Valle d’Aosta al 93,3% del Molise, ma praticamente in tutte le regioni, Valle d’Aosta esclusa, la percentuale è superiore al 51%, con una media nazionale del 70%. In Lombardia i ginecologi obiettori sarebbero il 68%. Su 49 anestesisti, di cui 35 al Manzoni e 14 al Mandic, gli obiettori sono invece in tutto 28, il 58%, di cui 19 a Lecco e 9 a Merate. La percentuale di obiettori tuttavia sale tra infermieri, oss, ausiliari e altri sanitari deputati ad assistere ginecologi e anestesisti in camera operatoria: su 157 paramedici, gli obiettori sono infatti 115 (il 75%) 86 su 118 all’Alessandro Manzoni e 29 su 39 al San Leopoldo Mandic. I vertici della sanità pubblica provinciale preferiscono non commentare né rilasciare dichiarazioni sui numeri: «Non compete a noi formulare valutazioni né considerazioni su un tema tanto delicato».