Lecco, 19 imprese fallite. Anche una colpita da interdittiva antimafia

Sono venti in meno rispetto all’anno scorso. Difficile capire le ragioni

Meno serrate per fallimento a Lecco e provincia. Nel 2022 i giudici del Tribunale di Lecco ne hanno sentenziati 19. Sono 20 in meno dei 30 del 2021, quasi la metà dei 41 del 2020 e anche meno di 27 del 2019, oltre che dei 66 del 2018, l’anno peggiore in assoluto. Se dipenda da una ripresa dell’economia o comunque dalla crisi che ha allentato la morsa, oppure dal fatto che il numero di società e imprese è diminuito e che hanno resistito alla pandemia di Covid-19 solo i più forti, in termini finanziari, è difficile valutarlo. Tra l’altro le sentenze di fallimento arrivano dopo parecchio tempo rispetto a quando i coinvolti sono costretti a portare i libri in Tribunale. A gennaio sono stati decretati 3 fallimenti, 2 a febbraio, 3 a marzo, altrettanti ad aprile, 2 a maggio, nessuno a giugno, 3 a luglio, niente ad agosto, uno a settembre e 2 a novembre, tra l’altro entrambi lo stesso giorno. Sette fallite avevano sede a Lecco, 2 a Costa Masnaga e 2 a Missaglia, le altre a Calco, Calolziocorte, Dervio, Galbiate, Lomagna, Oggiono, Taceno e Venafro in provincia di Isernia. Tra i dichiarati falliti ci sono pure i titolari della “fu“ Cucumber che gestivano il caffè Cermenati sul lungolago, costretti alla seconda serrata nel 2019 per un’interdittiva antimafia – quando ancora in provincia venivano emesse interdittive -, dopo una prima nel 2017, poiché ritenuti prestanome sodali dei familiari del boss dell’ndrangheta Franco Coco Trovato e affini. D.D.S.