L’autunno sarà "caldo": allarme licenziamenti sul Lario

Con la fine degli ammortizzatori sociali, si temono le conseguenze della crisi. Già i contratti a tempo determinato sono crollati sulle sponde del Lario

Gli avviamenti al lavoro sono diminuiti del 65,4% a Lecco e del 69,8% a Como

Gli avviamenti al lavoro sono diminuiti del 65,4% a Lecco e del 69,8% a Como

Lecco, 5 agosto 2020 - Si annunciano tempi duri, anzi durissimi, per l’occupazione sul Lario, dove l’arrivo dell’autunno rischia di coincidere con un’ondata mai vista prima di licenziamenti. Colpa della fine degli ammortizzatori sociali estesi, da marzo, indistintamente a tutte o quasi le categorie di lavoratori. I nodi però rischiano di arrivare presto al pettine e la cartina di tornasole, nell’impossibilità di licenziare, è rappresentata dalle assunzioni mai così ridotte da molti anni a questa parte.

A Lecco nel secondo trimestre del 2020 gli avviamenti sono stati 5.286 contro gli 8.743 dell’anno scorso (- 65,4%). A Como va anche peggio con il saldo negativo rispetto al 2019 pari a -7.372 assunti (-69,8%). A pagare dazio sono soprattutto gli stagionali impiegati in bar, ristoranti e alberghi, molti dei quali non hanno neppure aperto o si sono arrangiati con il personale assunto e l’impiego di qualche extra a chiamata durante il fine settimana. Il dato migliora se si estende il periodo di analisi ai primi 6 mesi dell’anno. A Lecco i neoassunti nel 2020 sono stati 13.138 contro i 17.469 del 2019 (-33%). A Como lo scarto supera il 40% con 25.506 assunti a fronte di 35.721 del 2019.

"I dati sugli avviamenti e cessazioni dei rapporti di lavoro evidenziano la difficile situazione occupazionale che sta investendo i nostri territori – spiega il segretario della Uil del Lario, Salvatore Monteduro –. Solo il blocco dei licenziamenti ha attenuato l’impatto, impedendo le cessazioni dei rapporti a tempo indeterminato, ma nulla ha potuto sui tempi determinati; è essenziale proseguire il blocco e mettere in atto politiche di investimento per la crescita e sviluppo del Paese per creare posti di lavoro".