L’allarme in quota Raffica di interventi sulle montagne Il boom nei week-end

Lecco, scarsa preparazione ed escursionisti poco equipaggiati

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di Daniele De Salvo

Più di una quindicina di interventi in meno di un mese per i tecnici del Soccorso alpino di Valsassina e Valvarrone. Sono una media di uno ogni due giorni; in realtà durante i fine settimana, quando escursionisti e scalatori affollano le montagne lecchesi, il numero aumenta. Uno degli ultimi è stato sul Legnone, la vetta più alta della provincia di Lecco, dove un 35enne è scivolato mentre si trovava a oltre 2mila metri, vicino alla Cà del Legn, slogandosi una caviglia, senza più riuscire a camminare. È stato soccorso in fretta anche grazie all’intervento dei soccorritori dell’eliambulanza di Sondrio di Areu, altrimenti ci sarebbero volute ore per raggiungerlo e trasferirlo in sicurezza a valle, lungo il sentiero ghiacciato e coperto di neve. "Molti infortuni o richieste di soccorso si possono prevenire, con una corretta preparazione dell’escursione o dell’uscita in montagna, valutando le proprie competenze, gli aspetti quali previsioni meteo o indicazioni fornite da bollettini che monitorano la situazione relativa al rischio di valanghe – invita alla prudenza Alessandro Spada, il capo delegazione della stazione di Valsassina e Valvarrone della XIX Delegazione Lariana del Soccorso alpino e speleologico lombardo, una delle più importanti per numero di tecnici volontari, interventi e territorio -. La montagna d’inverno richiede accorgimenti e considerazioni specifici". Ci vuole equipaggiamento adatto, tra cui sempre i ramponi e abbigliamento termico, oltre che conoscenza delle condizioni meteo, della neve per evitare valanghe e dell’esposizione al ghiaccio dei versanti. Sul sito sicurinmontagna.it, curato dai tecnici del Soccorso alpino, ci sono tutte le indicazioni utili a cui attenersi. L’anno scorso, nel 2022, i soccorritori del Soccorso alpino di Valsassina e Valvarrore hanno soccorso 138 persone, 16 delle quali sono state recuperate morte e 8 ferite in modo grave, regalando complessivamente 2.750 ore del loro tempo agli appassionati di montagna come loro. Solo nel 2020 è andata peggio. Tra le vittime, 5 erano cercatori di funghi.