Secche e scarichi, allarme acque nel lago di Como

Diga aperta, Lario ai minimi: è protesta. Intanto i torrenti si riempiono di coloranti

Il lago molto basso alla diga di Olginate (Cardini)

Il lago molto basso alla diga di Olginate (Cardini)

Olginate (Lecco), 17 aprile 2018 - «Il lago di Como viene sfruttato per produrre energia elettrica e per l’agricoltura di pianura ma nessun beneficio arriva al territorio Lariano e questo non è più accettabile». Così il presidente dell’Autorità di bacino Luigi Lusardi che si è posto alla guida dei 50 sindaci dei comuni del lago per chiedere a Ministero e Regione di rivedere la legge che ha stabilito, nel 1942, i livelli dell’acqua e la gestione attraverso il Consorzio Adda che controlla la diga di Olginate.

I problemi nascono principalmente dagli abbassamenti troppo repentini dei livelli del lago, che comportano danni alla pesca e alla ristorazione. Ma c’è anche una questione di stabilità degli edifici: muri di darsene, moli, antiche ville e tratti di strada rischiano cedimenti e crolli. Ma mentre sul lago si maledice, in giornate di pioggia, il paradossale effetto della siccità imposta dallo scarico delle acque dalla diga di Olginate, lungo i corsi d’acqua in piena è un fiorire di scarichi abusivi, per mescolare i veleni di aziende fuori regola con l’acqua torbida di fango. Eppure gli sversamenti non passano inosservati. L’ultimo esempio è sul torrente Bevera, che si è colorato di rosso. Ma non mancano esempi recenti, fra il Seveso che si è tinto di ceruleo tre mesi fa, l’Olona screziata di viola che di tanto in tanto stupisce i legnanesi o il Lambro che in Brianza ha più volte assunto toni di rosso. Problemi che, per ulteriore paradosso, la siccità che si alterna alle piogge torrenziali contribuisce ad acuire.