La sfida di un architetto Costruire un bosco per api

Merate, ha ereditato un terreno dal nonno: "Potrei realizzare case ma preferisco destinarlo a un progetto a favore della biodiversità"

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di Daniele De Salvo

Un bosco delle api. Vuole farlo crescere a Merate Edmondo Jonghi Lavarini, architetto milanese di 50 anni. È presidente del movimento di tutela dell’ambiente Bee2Bee e ceo di due startup innovative, oltre che "nipote d’arte" di un apicultore da cui, insieme alla passione per le api, ha ereditato un appezzamento di 3mila metri quadrati dove intende piantare 300 alberi da fiore per nutrire le api che si stanno estinguendo anche in provincia di Lecco.

"Mio nonno era un apicultore di Merate ma dal 1986 in poi le api che gestiva sono morte tutte per un insetto parassita – racconta Edmondo –. Il terreno dietro casa su cui gestiva la sua attività sarebbe edificabile, ma lui non ha mai voluto costruirci sopra e come lui anche io che l’ho ereditato. Intendo infatti destinarlo ad un progetto per la produzione artigianale, ecologica e naturale del miele per favorire la biodiversità e il giusto equilibrio della natura, che sono gli obiettivi del movimento che ho fondato". La pianta che ha scelto è la paulownia, essenza asiatica però non infestante. "Cresce in fretta, assorbe molta anidride carbonica e purifica il terreno da sostanze inquinanti – spiega l’ambientalista –. Inoltre regala fioriture di uno splendido colore".

Per impiantare il bosco delle api l’architetto delle api chiede però aiuto e lancia una raccolta fondi in rete. Il suo appello è stato rilanciato pure dal sito dell’Onu con un videomessaggio: "In seguito alla pandemia l’apicultura ha subito seri danni. Le api sono poco più indipendenti di un animale domestico, sono animali di fattoria. Le api devono essere accudite e curate quotidianamente, altrimenti morirebbero di stenti e di malattie e sappiano bene che se morissero tutte le api il nostro futuro diventerebbe molto problematico". Da qui l’importante progetto di agricoltura biologica e di prossimità. Il bosco delle api, che verrà "prestato" agli apicoltori della zona, diventerà pure una sorta di laboratorio dove ricercatori universitari potranno studiare meglio le api. "I fondi raccolti con il crowfounding che proponiamo non solo saranno dedicati alla costruzione, all’avvio e e alla manutenzione del bosco delle api, ma serviranno anche per sostenere e finanziare ricerche scientifiche in collaborazione con le università italiane – assicura Edmondo -. Le api e l’apicoltura sono infatti particolarmente coerenti con gli obbiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile". Ognuno può donare e contribuire secondo le proprie possibilità.

A seconda della cifra ogni finanziatore riceverà in cambio alcuni benefici: semi di piante mellifere da coltivare a casa sempre per aiutare le api, l’adozione a distanza di un’ape regina, miele omaggio, l’adozione di un’intera arnia o di una pianta di paulownia.