Un made in Italy da esportazione: il jet precipitato era pronto a volare all'estero

Un morto e un ferito nell'incidente sul monte Legnone: il velivolo ai raggi X

I resti del Cessna 172 e un soccorritore

I resti del Cessna 172 e un soccorritore

Milano -  Un aereo destinato all’esportazione, condotto da due ex piloti militari esperti, in un volo di prova lungo un percorso mille volte seguito da caccia e velivoli in prova, un’area preclusa al normale volo turistico e civile. Il caccia d’addestramento M-346 che si è schiantato sulla parete nord del monte Legnone, fra Lecco e la Valtellina, era pronto per lasciare per sempre l’Italia. Portava sulla fusoliera un codice militare, MM55218, riferito all’Aeronautica militare, ma alle forze armate italiane non è mai appartenuto, anche se la denominazione M-346 sulla carta era diventata T-346, codice tipico della forza aerea nazionale. Questo perché Leonardo ha un accordo con l’arma azzurra per il rilascio di licenze temporanee ai velivoli destinati all’export, che senza questa sorta di “targa prova“ non potrebbero “circolare“. Così Armaereo fornisce un codice temporaneo che serve ad ottenere la certificazione di volo prima dell’esportazione. Il Macchi 346, secondo fonti di primaria importanza, era destinato alla cessione all’estero, sicuramente a un Paese non appartenente all’Unione europea. Quale, al momento, non è dato sapere.

Israele ne ha acquistati 30 in passato, fino al 2016, e non ne sta attendendo altri. Chiuse anche le consegne a Singapore, che ne ha comprati 12. Un ordine è arrivato anche dal Turkmenistan, per quattro M-346FA da attacco leggero e due M-346FT da addestramento avanzato, richiesti nel 2019. Gli ultimi a finire ai militari turkmeni sono stati i mezzi d’attacco. E tutto risale al 2021. Invece il Qatar, luogo dove nel 2019 aveva già subito un grave incidente il pilota britannico morto ieri, ha ordinato a Leonardo sei M-346, tre dei quali consegnati all’inizio di quest’anno. Ne mancano quindi altri tre. Di sicuro, il velivolo che si è schiantato ha effettuato diversi volo di addestramento. Negli ultimi cinque giorni si è levato nel cielo di Puglia più volte, fra il Salento e l’area barese, volando sul mare e su terra. Il 14 marzo, invece, ha seguito, oltre a una puntata fra la base militare di Ghedi e l’area del Lago di Como, una missione d’addestramento identica a quella dalla quale non è rientrato. Ieri, invece, l’ultimo decollo, attorno alle 11.13, dal campo volo aziendale di Venegono.