La fidejussione di Italcementi fa litigare i due Comuni dell’Adda

Imbersago rimanda il bonifico a Calusco: "Nessun accordo"

L’enorme camino che domina la valle dell’Adda

L’enorme camino che domina la valle dell’Adda

Imbersago (Lecco), 9 gennaio 2018 - Bonifico da 42mila euro respinto al mittente. Il sindaco di Imbersago Giovanni Ghislandi ha restituito al collega di Calusco d’Adda Michele Pellegrini 41.969 euro. I soldi, arrivati e poi subito restituiti nel giro di un paio di settimane, costituiscono la ripartizione della fidejussione da 600mila euro per la costruzione di uno scalo merci ferroviario che i vertici di Italcementi avevano accantonato ormai nel lontano 2012, a garanzia dei lavori che avrebbero dovuto eseguire in cambio dei permessi per la realizzazione dell’impianto di incenerimento caluschese, con l’enorme camino che domina l’intera valle dell’Adda, in uno degli ambienti più suggestivi ai quali si ispirò addirittura il genio di Leonardo da Vinci. Proprio perché il colossale inceneritore ha un impatto notevole, sia paesaggistico sia ambientale, sull’intero circondario era stato siglato un protocollo di garanzia tra i primi cittadini di Calusco, Carvico, Cornate, Medolago, Sotto il Monte sulla sponda bergamasca dell’Adda e di Imbersago appunto, Paderno e Verderio dalla parte lecchese del fiume.

Lo scalo ferroviario, dal valore 1,2 milioni non è stato però mai portato a termine e così da Calusco, nonostante una diffida formale dello scorso marzo, hanno deciso di incassare la polizza e successivamente di spartirla tra i vari firmatari dell’intesa. «Peccato però che i criteri con cui siano stati ripartiti i soldi non siano stati concordati da nessuno, a Calusco si sono tenuti più di un terzo della somma distribuendo il resto della cifra in base a non si sa quali parametri – spiega Giovanni Ghislandi -. Inoltre credo sia stato un errore incassare la fidejussione, perché significa chiudere ogni tavolo di confronto e di trattativa con i dirigenti di Italcementi, che, a conti fatti, hanno risparmiato 600mila euro rispetto al milione e 200mila euro che avrebbero dovuto investire».

Da qui la decisione di respingere al mittente il tesoretto, nonostante gli altri sindaci invece abbiano scelto di tenersi la loro parte, sebbene vincolandola ad opere di mitigazione ambientale. Oltre alle questioni di metodo e di matematica non condivise, il primo cittadino imbersaghese ha rinunciato 40mila e rotti euro, recapitati il giorno di Sant’Ambrogio, pure per problemi di bilancio. Per un ente tutto sommato piccolo come quello di Imbersago 42mila euro in più «piovuti» a fine anno, a esercizio finanziario ormai definito, avrebbero infatti fatto saltare il banco delle casse municipali e i vincoli di bilancio.