Appello all'angelo guzzista dopo incidente:"Ci ha aiutato, vorremmo ringraziarlo"

La coppia sa solo che si chiama Diego, è emiliano e viaggiava su una California indossando un casco giallo

 Sandrine Poli e Daniele Tomiello

Sandrine Poli e Daniele Tomiello

Mandello del Lario (Lecco), 11 settembre 2019 - Un angelo custode con le ali dell’Aquila di Mandello del Lario che è stato loro accanto, li assistiti, rassicurati, confortati, nonostante nemmeno conoscerli, in attesa dell’arrivo dei soccorritori dopo un brutto incidente in Superstrada. Chi sia di preciso quell’angelo con le ali dell’Aquila di Mandello non lo sanno, lo stanno ancora cercando Sandrine Poli e Daniele Tomiello, marito e moglie di 49 e 56 anni di Sostegno, provincia di Biella, in Piemonte, che sabato scorso, insieme ad almeno altri 30mila appassionati, in sella allo loro Stelvio, hanno partecipato al motoraduno internazionale dei guzzisti di tutto il mondo in riva al lago. Conoscono solo che si chiama Diego, che è emiliano, bolognese probabilmente, che viaggiava su una California, verosimilmente una Stone, e che indossava un casco giallo. E che, quando sono scivolati malamente a terra, sull’asfalto della 36, proprio di ritorno dall’open house della storica fabbrica mandellese, lui, quell’angelo con le ali dell’Aquila di Mandello, si è immediatamente fermato ad aiutarli.

«È stato costantemente al nostro fianco, ci ha sostenuto, ha impedito che ci cogliesse il panico, ha allertato i sanitari del 118, ci ha dato una mano a contattare i nostri familiari, ha dato una mano a telefonare ai nostri familiari – raccontano -. Non dimenticheremo mai il suo viso, il suo sorriso, le sue parole di rassicurazione. A volte gli angeli non sono solo in cielo, ma sono le persone come lui, che, riescono, in un momento terribile, a regalare conforto e forza. Adesso che stiamo un poco meglio, dopo essere stati ricoverati in ospedale al San Gerardo, vorremo rintracciarlo per ringraziarlo di persona». Nello schianto lei ha rimediato un trauma cranico, tre costole rotte e diversi lividi, lui una botta al basso ventre sul serbatoio della loro due ruote e una mano gonfia: «Ma siamo vivi per fortuna e anche la nostra guerriera Guzzi è quasi intatta», rassicurano. «I guzzisti sono unici, non avremmo mai potuto immaginare tanta solidarietà da parte di tutti loro... - proseguono -. C’e stato chi voleva aiutarci per il recupero della moto, chi per portarci vestiti in ospedale, chi soltanto abbracciarci... Tutta l’affetto e la solidarietà sono meglio degli antidolorifici». E poi naturalmente Diego, il loro angelo custode con le ali dell’Aquila di Mandello.