Santa Maria Hoè: omicidio Padre Tentorio, presto al via il processo a mandante e killer

Il missionario fu assassinato nelle Filippine il 17 ottobre 2011

Padre Tentorio

Padre Tentorio

Santa Maria Hoè - L’ora della verità si avvicina. Comincerà entro fine aprile il processo contro i presunti assassini di padre Fausto Tentorio, il missionario del Pime di Santa Maria Hoè che la mattina del 17 ottobre 2011 è stato crivellato di colpi fuori dalla sua parrocchia di Arakan, nelle Filippine. L’imputato numero uno è Ricardo Boryo Dorado, ex capovillaggo di 66 anni ritenuto il mandante dell’agguato mortale. Gli altri accusati sono i due fratelli Jimmy e Robert Ato che sarebbero i killer ed esecutori materiali del delitto inizialmente arrestati per un incendio e poi lasciati andare, Jan Corbala che è uno dei comandanti del 57esimo battaglione di stanza a Makilala e tra i capi del gruppo paramilitare "Bagani" e tre suoi militari sottoposti: Kaing Labi, Hoseph Basol ed Edgar Enoc, tutti soldati regolari. Avrebbero ucciso il religioso perché un “prete scomodo“ che difendeva dai latifondisti e dagli sfruttatori minerari i Manobo e i Lumad, che sono gli abitanti originari del posto. Alla sbarra potrebbe esserci solo la mente della spedizione letale, che è uno pezzi grossi del movimento "Ilaga" di integralisti cristiani immigrati che combattono contro gli islamici delle comunità locali per scipparne appunto le terre. Gli altri sei risultano infatti tutti tecnicamente latitanti, sebbene nessuno li avrebbe mai nemmeno cercati. Si teme tuttavia che nemmeno lui si presenti in aula del tribunale: ha chiesto di tornare a piede libero su cauzione. Ieri era in programma l’udienza già rinviata più volte proprio per decidere sulla sua scarcerazione, però nessuno dei supertestimoni che lo inchioderebbero si è presentato davanti al giudice incaricato del caso. Per ora rimane in cella ma senza ulteriori prove potrebbe essere rimesso in libertà prima dell’inizio del processo e "nascondersi" a casa propria, accaduto per 18 mesi prima che qualcuno si decidesse ad arrestarlo. "Nulla e nessuno ci restituirà padre Fausto – fanno sapere i familiari del missionario -. Confidiamo almeno che si riesca a scoprire la verità su quanto gli è successo".