SALVATORE MANNINO e ROBERTO CANALI
Cronaca

L'auto si ribalta e prende fuoco, coniugi di Verderio muoiono andando in vacanza

Un automobilista ha provato a salvarli, ma le fiamme hanno subito avvolto il mezzo

Immediato l’intervento della polizia Stradale del posto assieme ai vigili del fuoco che hanno domato le fiamme

Verderio (Lecco), 6 agosto 2018 - Loro, due dei milioni di protagonisti del più grande esodo dell’estate, sono diventati l’intoppo mortale che ha trasformato la corsa verso le vacanze un’estenuante palude di auto in coda come sulla soglia dell’inferno, soccorse dalla Protezione civile nelle ore più calde di una delle domeniche più afose dell’anno. A nemmeno un chilometro dal casello Valdichiana, che segna il confine tra le province di Arezzo e Siena, appena dentro il territorio di quest’ultima. Il punto disgraziato nel quale le ferie di due anziani coniugi, Attilio Vitale, 81 anni, Luigia Loffredo 76, sono finite in un immenso rogo che ha divorato due vite in pochi attimi. Per riconoscerli c’è voluto che la polizia stradale del distaccamento autostradale aretino identificasse il numero di telaio dell’auto e da quello risalisse al nome delle vittime. L’ultima conferma l’ha data un familiare: "Sì, erano partiti per le ferie proprio questa mattina (ieri, ndr)".

I coniugi erano partiti dalla loro abitazione di Verderio. Cosa sia successo su un rettilineo a quattro corsie lungo e diritto è ancora tutto da accertare. Un colpo di sonno per la stanchezza? Una distrazione? Un bagliore di sole improvviso? Fatto sta che, intorno alle 15, la Dacia Sandero sulla quale i coniugi viaggiavano verso sud è sbandata all’improvviso e subito dopo si è rovesciata, percorrendo le ultime centinaia di metri sul tettuccio, in un sfrigolio di scintille che ha provocato l’incendio della vettura. Fine di una vacanza simbolo di quell’Italia per la quale ferie significa ritorno al paese natale: lui era originario della provincia di Foggia, lei di quella di Caserta: rientravano al paese di lei, Piedimonte Matese, entroterra campano, ma il viaggio si è fermato parecchio prima.

Un automobilista coraggioso ha provato a salvarli. Ha accostato la sua auto e si è gettato verso quella in fiamme, ma non c’è stato nulla da fare: impossibile liberare la coppia incastrata fra le lamiere e consumata in pochi attimi dal fuoco. Il resto è la cronaca del mega-ingorgo che si è creato per la chiusura dell’Autostrada nei quaranta minuti-un’ora, fra le 15,40 e le 16-30, necessari a far intervenire i vigili del fuoco e il medico legale. In una domenica da bollino quasi nero la coda in corsia sud si è ben presto allungata fino a sei chilometri. E nell’orario peggiore, quello del sole a picco sulle vetture in cui i passeggeri sono rimasti in balia del caldo afoso e senza aria condizionata perché era impossibile tenere i motori accesi. La Polstrada aretina, il cui lavoro è stato coordinato dal comandante Alessandro Rossi direttamente sul posto, ha allertato le due prefetture di Arezzo e Siena che a loro volta hanno messo in moto la protezione civile. In pochi minuti è stata allestita una distribuzione d’acqua d’emergenza nella fila dei disperati. Poi, quando è stata riaperta almeno la corsia di sorpasso, l’ingorgo si è lentamente dissolto. Ma a sera ancora si percepivano le ultime tracce di quest’altra domenica con la morte come un’ombra sul Grande Esodo.