In Grignetta a lezione con l’accademia del salvataggio

Migration

Uno scalatore con il braccio rotto bloccato a 20 metri di altezza su una parete a strapiombo, sul secondo tiro della via Bartesaghi del Torrione Magnaghi Settentrionale in Grignetta. L’eliambulanza non può decollare, bisogna procedere alla “vecchia maniera“: partenza a piedi a passo di marcia dai Piani dei Resinelli, su per il sentiero della Cresta Cermenati, poi verso il traverso dei Magnaghi per aggirare il Sigaro Dones e i tre torrioni fin sotto la parete da attaccare in scalata dal basso insieme all’infermiere di Areu. Il ferito viene valutato, soccorso e imbarellato, con la barella issata con le corde con cui viene calato fino ai piedi del torrione con un complesso sistema di ancoraggi posizionati al momento. Non è finita: bisogna riportarlo a valle, barella in spalla, giù per il canalone Porta, camminando letteralmente in verticale. È lo scenario dell’ultima esercitazione dei volontari e aspiranti volontari del Soccorso alpino della stazione di Lecco, guidati dal capostazione Massimo Mazzoleni, 56 anni, "cresciuto a pane e sassi". Il moderno Soccorso alpino è nato proprio nella loro stazione negli anni ‘70. Hanno inventato pure una delle barelle più utilizzate nei salvataggio in montagna: è la barella portantina lecchese. D.D.S.