Immigrazione clandestina: a giudizio badante dell’Est

Si dimette e cessa il permesso quindi risulta irregolare prima di sposare un brianzolo

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La storia di una badante dell’Est Europa finisce davanti al giudice di pace di Lecco e rischia di essere condannata. Un caso che fa rumore, con la Brianza che si schiera con la 53enne, che, giunta in Italia per lavoro, ora si trova a giudizio per immigrazione clandestina. La vicenda ha origine nel 2019, quando la 53enne, originaria della Romania, arriva in Italia in cerca di lavoro. Un primo permesso di soggiorno, quindi si rivolge al sindacato che le trova un posto come badante in una nobile famiglia della Brianza, dove accudisce una donna, nata nel 1925, e che ha necessità di assistenza quotidiana, giorno e notte. I primi mesi sono stupendi, la donna dell’Est si trova bene e nel frattempo conosce un distinto signore che abita vicino alla villa dell’anziana. Nasce un’amicizia che nel corso del tempo diventa qualcosa di più e avviano una vera e propria relazione. Nel frattempo le condizioni dell’anziana peggiorano, per la 53enne diventa sempre più pesante accudirla da sola, chiede ai familiari dell’ultranovantacinquenne un cambio, almeno per mezza giornata. La risposta è negativa, e allora va dai sindacati, che le avevano segnalato il posto, illustra la situazione e dopo alcuni colloqui getta la spugna e si dimette. Motivazioni: non sono più in grado di far fronte da sola alle richieste della donna che assisto. Il giorno dopo le dimissioni, l’agenzia provinciale del lavoro di Lecco segnala in Procura il caso della 53enne romena, ex badante che si trovava in quel momento come irregolare sul territorio italiano. Qualche settimana dopo la 53enne convola a notte con l’amato brianzolo, di tre anni più giovane, ma per la legge - in quelle settimane tra le dimissioni da badante e matrimonio - è clandestina. Per questo è finita a giudizio e deve rispondere di immigrazione clandestina. Angelo Panzeri