Il virus cala, la Cassa Covid si impenna

Il lavoro resta fermo al palo in provincia di Lecco e la crisi continua a battere cassa, nonostante l’avvio della Fase 3

Un operaio al lavoro (Afp)

Un operaio al lavoro (Afp)

Il lavoro resta fermo al palo in provincia di Lecco e la crisi scatenata dalla pandemia continua a battere cassa, nonostante l’avvio della Fase 3.

Complessivamente già 2.775 imprenditori proprietari di altrettante aziende lecchesi hanno chiesto e ottenuto di accedere alla cassa integrazione guadagni in deroga, mentre i dipendenti coinvolti nella cosiddetta cassa-Covid sono 8.315 per un totale di 2.448.328 mila ore di sospensione dal lavoro autorizzate, pari indicativamente a 306mila giornate di lavoro totali perse. Significa che mediamente ognuno degli 8.315 dipendenti in cassa rimarrà a casa invece che in fabbrica o in ufficio per 299 ore, pari indicativamente a 38 giorni lavorativi, con contestuale decurtazione dello stipendio.

"La rilevazione, frutto di un’elaborazione effettuata dai responsabili del Centro per l’impiego della Provincia di Lecco su dati regionali, riguarda i primi decreti emanati da Regione Lombardia tra il 21 aprile e il 25 giugno", spiega Samuele Biffi, responsabile dell’Ufficio stampa di Villa Locatelli.

Solo nell’ultima settimana sono state presentate 265 nuove richieste di accesso alla cassa-Covid, con il coinvolgimento di altri 951 dipendenti e la sospensione di 159.103 ore di lavoro.

Vuol dire che in sette giorni sono stati “bruciati“ quasi 20mila turni di lavoro da 8 ore di media ciascuno complessivi, un “cratere“ nella produzione e nell’erogazione dei servizi, ma anche nelle buste paga dei diretti interessati. Ai dipendenti in cassa in deroga spetta infatti una retribuzione pari al massimo all’80% del compenso solito, che nella maggior parte dei casi arriva dall’Inps con tempi lunghi, poiché i datori di lavoro non sono in grado o non possono anticiparla.

Sembrava che il trend si stesse abbassando e stabilizzando e che la linea del grafico della cassa-Covid in deroga si stesse appiattendo, proprio come quella dei numeri del contagio da coronavirus, invece è tornata a impennarsi e probabilmente si alzerà ancora, perché lo strumento è stato esteso a 18 settimane e può essere utilizzato sino alla fine di ottobre.