Il cantiere è un girone infernale Tutti a processo dopo la tragedia

Un operaio aveva perso la vita mentre camminava lungo un costone della “Cavargna Alta“

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di Paola Pioppi

Il suo incidente, era stato l’episodio più tragico avvenuto nel vastissimo cantiere per la realizzazione dell’impianto idroelettrico "Cavargna Alta": il 12 dicembre 2018, Zyber Curri, operaio di 48 anni di origine kosovara residente a Edolo, era caduto in una scarpata, mentre camminava lungo un costone e trasportava a mano alcuni materiali edili. Il fondo ghiacciato, lo aveva fatto precipitare per una trentina di metri, senza lasciargli scampo. Giovedì compariranno davanti al gup di Como cinque imputati accusati di omicidio colposo, a cui il sostituto procuratore di Como Maria Vittoria Isella, era giunta al termine di un’indagine particolarmente complessa, per stabilire i ruoli di responsabilità e i reali datori di lavoro di Curri. Sono Giuseppe Argentieri, 53 anni, ritenuto datore di lavoro "formale" di Ziber, in quanto amministratore unico della Hera srl di Gallarate, subappaltatore dei lavori di rivestimento del muro in sassi, previsti all’interno del cantiere idroelettrico. Assieme al lui, sono accusati Maria Teresa Belottini, 59 anni e Livio Belottini, 66 anni, la prima in qualità di amministratore unico dell’impresa subappaltatrice Edilnova srl di Teglio, datore di lavoro "di fatto" di Curri, il secondo consulente esterno della stessa società e preposto in materia antinfortunistica. Infine Carlo Graneroli, 51 anni di Tirano, coordinatore dei lavori, e Gabriele Andreoli, 38 anni di Teglio, amministratore unico della Costruzioni Andreoli di Milano, impresa affidataria delle opere. Nei vari ruoli, sono ritenuti responsabili di una serie di inosservanze delle normative sulla prevenzione degli infortuni: tra queste, l’adozione di strutture di contenimento e protezione adeguate a prevenire le cadute. Inoltre il solo Argentieri è accusato di falso ideologico: avrebbe infatti "indotto in errore" i funzionari di Ats, trasmettendo un contratto di lavoro in cui Curri figurava dipendente di una terza ipotetica società, che sarebbe invece risultato completamente falso.