Cernusco, Gioele investito e ucciso a 7 anni: ancora nessun risarcimento

Il papà: "Nessuno ci restituirà nostro figlio, ma almeno ci lasceremmo alle spalle le faccende legali"

Gioele Petza, 7 anni, morto dopo essere stato investito da un’auto

Gioele Petza, 7 anni, morto dopo essere stato investito da un’auto

La vita del loro piccolo angelo volato in cielo così in fretta non ha prezzo, ma non hanno ricevuto ancora nemmeno un centesimo di risarcimento. A distanza di 9 mesi dall’incidente in cui hanno perso il loro Gioele, il bambino di 7 anni che lo scorso maggio a Merate è stato falciato su un marciapiede da un automobilista pakistano 38enne di Carnate, non è stato ancora riconosciuto alcun indennizzo né risarcimento da parte della compagnia assicurativa dell’investitore a papà Massimiliano Petza, mamma Jenny e alla sua sorellona Giorgia di 13 anni. "Non abbiamo ricevuto nulla – conferma il papà Massimiliano -. Non sappiamo perché, ci hanno riferito solo di alcuni problemi, ma non sappiamo quali". La Fiat Punto dell'autista che ha ucciso il loro Gioele, morto dopo essere stato ricoverato in ospedale a Bergamo, era regolarmente assicurata e lui aveva la patente italiana, non aveva bevuto né era sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, quindi la copertura rca era perfettamente valida, sebbene inizialmente il conducente abbia raccontato che a provocare l’incidente era stato un fantomatico pirata della strada e probabilmente stesse guardando il cellulare mentre guidava. Tutti gli accertamenti inoltre sono stati eseguiti, all’automobilista sono stati notificati sia la chiusura delle indagini, sia il rinvio a giudizio. "Nessuno potrà restituirci il nostro piccolo Gioele che è volato in cielo come un angelo custode – racconta sempre papà Massimo -. La sua vita inoltre non ha prezzo e non può essere ripagata in alcun modo e da nessuna cifra. Il risarcimento però ci permetterebbe di uscire di scena dal processo che verrà celebrato e al quale non ci interessa partecipare, perché a noi di chi ha investito Gioele non importa nulla e neppure delle sue scuse". Una volta risarciti non avranno infatti più alcun motivo né titolo per essere coinvolti nel procedimento giudiziario. "Il risarcimento ci consentirebbe di lasciarci finalmente alle spalle tutte le faccende burocratiche e legali", spiega papà Massimo. Nell’incidente in cui è morto Gioele sono state investite pure la mamma e la sorella che camminavano con lui poco più avanti e che si sono ristabilite completamente solo dopo parecchie settimane di cure e riabilitazione.