Travolse e uccise il piccolo Gioele: l'automobilista pakistano è tornato in Italia

L'avvocato del 38enne: "Ha tardato solamente a causa delle prescrizioni imposte dalla pandemia"

Il piccolo Gioele

Il piccolo Gioele

Merate - L’investitore del piccolo Gioele è rientrato in Italia. Nei giorni scorsi, è tornato a Carnate dove abita il pakistano di 38 anni che il pomeriggio dello scorso 6 maggio ha travolto sul marciapiede di fronte alla caserma dei pompieri di Merate il piccolo Gioele, il bimbo di 7 anni di Cernusco Lombardone, morto pochi giorni dopo all’ospedale di Bergamo.

"Il mio assistito è tornato da poco a casa", conferma l’avvocato Simona Crippa di Missaglia, legale d’ufficio del 38enne, che al momento deve rispondere dell’accusa di omicidio stradale e lesioni gravi. Oltre a provocare la morte del bambino è infatti piombato addosso sia a sua madre Jenny sia a sua sorella 12enne, che camminavano insieme a lui, ferendo anche loro. L’automobilista pakistano, a cui è stata sequestrata la patente e su cui non grava alcun mandato di cattura perché indagato a piede libero, avrebbe dovuto rientrare in Italia al più tardi a inizio giugno, dopo essere partito per un viaggio programmato prima ancora che Gioiele volasse in cielo. Il ritardo del suo ritorno aveva lasciato temere che non avrebbe mai più rimesso piedi in Italia, nonostante la presenza a Carnate anche di altri suoi familiari, per non finire a processo.

"Ha tardato solo a causa delle prescrizioni imposte dalla pandemia a chi proviene da Paesi a rischio specie per la variante indiana – spiega tuttavia l’avvocato -. Non è mai stato irreperibile, né irrintracciabile, e non ha mai avuto intenzione di scappare". Il 38enne subito dopo lo schianto aveva denunciato che era stata tutta colpa di un fantomatico pirata della strada, sebbene sia subito emerso che in realtà era stato lui, probabilmente perché distratto dal telefonino che teneva in mano e guardava, nonostante si trovasse al volante di una macchina. Dopo l’incidente si è comunque subito fermato e ha allertato lui stesso i soccorritori. La Fiat Punto che guidava era inoltre coperta dalla polizza assicurativa e lui non era né ubriaco né sotto l’effetto di sostanze proibite.