Il viaggio di Annalisa e Cora resta un giallo irrisolto

Mamma e figlia sarebbero volate in America. I dubbi della nonna: "Mi domando anche io come abbia fatto a espatriare con la bambina"

Via dall’Italia mamma e figlia sono passate dalla Spagna per una scalo

Via dall’Italia mamma e figlia sono passate dalla Spagna per una scalo

Olgiate Molgora (Lecco) - ​Al momento nessuno è riuscito a contattare Annalisa Lucifero e la piccola Cora di 9 anni, né direttamente per telefono né con messaggi. Nemmeno si sa dove mamma e figlia si trovino di preciso. Tramite i biglietti aerei i carabinieri hanno potuto solo accertare che la mamma 39enne e la figlia sono volate in un Paese del Centro America passando dalla Spagna per una scalo. Da lì via terra, in treno o in auto, potrebbero essersi però spostate ulteriormente. Non è neppure chiaro come siano riuscite a varcare i confini dell’Europa e attraversare in aereo l’Atlantico, poiché sembra che Cora non abbia un passaporto e comunque il suo ex marito, a cui sono affidati i due fratellini più grandi di 12 e 14 anni, non avrebbe mai autorizzato l’espatrio.

"Mi domando anche io come sia possibile – ammette la mamma di Annalisa e nonna di Cora -. Fino in Spagna vale la carta di identità di Cora, ma poi?". I dubbi che la donna abbia potuto organizzare la fuga da Olgiate Molgora e approfittare nelle eventuali falle dei sistemi di controllo tutta da sola senza l’aiuto di qualcuno quindi restano. Restano perplessità pure sui continui segnali di aiuto lanciati da Annalisa che nessuno ha compreso. Non li ha recepiti il parroco di San Zeno don Giancarlo Cereda, che tuttavia ha 82 anni e molti impegni, a cui già a inizio febbraio aveva mandato un messaggio WhatsApp confidando di essere "sconvolta, estremamente addolorata" e non li hanno colti nemmeno i fedeli del movimento Hare Krishna di Villa Govinda che frequentava e dove spesso partecipava a cena conviviali per poter mangiare e trascorrere momenti in compagnia. Lo stesso vale per le amiche, le conoscenti, i vicini, le catechiste e le volontarie in oratorio come lei, le maestre di Cora.

«Probabilmente anche all’interno di una piccola comunità la sua situazione non è stata compresa", commenta sempre la mamma. Il timore è che sebbene ora tutti abbiamo compreso sia ormai troppo tardi e che nessuno abbia modo di obbligarla e nemmeno convincerla a tornare a casa con Cora. "Spero che Cora possa almeno telefonare al padre e che a 12 anni sia lasciata libera di decidere con chi stare, come i suoi fratelli più grandi che da tempo hanno scelto loro di stare con il papà – auspica la nonna di Cora -. Lui li accudisce nel migliore dei modi e si è sempre impegnato affinché la mamma potesse vederli nonostante lei non volesse".