Fuoco all’ospedale Mandic Evacuata Pneumologia

A innescare l’incendio la sigaretta di un paziente ricoverato nel reparto . La cenere incandescente cade sulle coperte e si scatena l’incendio

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di Daniele De Salvo

Il fumo danneggia gravemente te e chi ti sta attorno. C’è scritto pure sui pacchetti di sigarette. E ieri lo ha sperimentato sulla propria pelle un paziente ricoverato in ospedale a Merate e con lui chi gli stava vicino, cioè il suo compagno di stanza e tutti gli altri degenti del reparto, che sono stati evacuati d’urgenza per un incendio provocato da un mozzicone di sigaretta vietata che stava fumando.

Le fiamme sono divampate in mattinata, nella camera numero 2 al quinto piano del San Leopoldo Mandic, nel reparto di Pneumologia gestito dai sanitari dell’Inrca di Casatenovo. Ad appiccare il rogo è stato appunto un paziente che, nonostante soffra di problemi respiratori poiché altrimenti non sarebbe stato ricoverato in Pneumologia, non ha resistito alla tentazione proibita di fumarsi una sigaretta seduto sul letto in stanza, tra l’altro mentre gli veniva somministrato ossigeno, che è altamente infiammabile. E infatti è bastata un poco di cenere incandescente cascata su lenzuola e coperte per innescare una vampata e accendere il letto come una torcia. Infermieri e oss sono immediatamente intervenuti e hanno scongiurato che da torcia il letto si trasformasse in una pira: hanno salvato il paziente tabagista, spento il focolaio con gli estintori ed evacuato in pochi minuti tutti i 14 pazienti, trasferiti al terzo piano in Medicina, in un’ala "chiusa per ferie".

Sul posto si sono poi precipitati i vigili del fuoco del distaccamento di volontari cittadino e del comando provinciale di Lecco con gli specialisti del Nucleo Nbcr addestrati a fronteggiare rischio nucleari, biologici e chimici. I soccorritori del 115 hanno messo in sicurezza l’intero reparto, bonificandolo dal fumo e assicurando che non sussistessero più rischi. Alla fine si è così tutto risolto con tanto fumo e molto spavento, una fiammata ma nessun ustionato, né intossicato e senza feriti. "Ringrazio tutti gli operatori sanitari che hanno attivato correttamente le procedure garantendo sempre la massima sicurezza dei pazienti – commenta Paolo Favini, direttore generale dell’Asst di Lecco a cui fa capo il presidio brianzolo, che è corso al San Leopoldo Mandic per sincerarsi di persona della situazione -. Ringrazio anche i vigili del fuoco e i carabinieri che sono intervenuti con prontezza e tempestività". Il pazienti che ha scatenato inavvertitamente l’incendio e il panico rischia di pagare caro il suo vizio per le bionde, con una denuncia e i danni da rifondere.