Lecco, i funerali della 19enne investita da pirata: "Ciao Chiara, concentrato di energia"

Un migliaio allo stadio per l’ultimo saluto alla ragazza travolta e uccisa mercoledì scorso a Castello

Stadio Rigamonti-Ceppi, i funerali di Chiara Papini

Stadio Rigamonti-Ceppi, i funerali di Chiara Papini

Lecco, 26 maggio 2020 - La città ha salutato per l’ultima volta Chiara Papini. L’abbraccio allo stadio dove un migliaio tra amici, parenti ma anche semplici conoscenti hanno cominciato ad affluire ancor prima delle due, in fila all’esterno per poi prendere posto sulle tribune del Rigamonti-Ceppi. Tutti con la mascherina sul volto, in silenzio e ognuno a un metro di distanza dall’altro nel pieno rispetto delle regole del dopo Covid. In mezzo al campo di calcio l’altare, di fronte il corpo della ragazza travolta e uccisa mercoledì scorso, a Castello, racchiuso in una bara di legno chiaro. Di lato mamma Maria, papà Gianfranco, il fratello Fabio e i parenti stretti protetti da un bersot dal caldo sole di un bellissimo pomeriggio di maggio. Sulle tribune i tantissimi che hanno voluto bene a Chiara uniti "da un dolore inimmaginabile soprattutto per i genitori, che solo la solidarietà della fede e lo sguardo di Gesù potranno lenire per una vita strappata così "tragicamente, ingiustamente e inaspettatamente". Uno sguardo di misericordia che don Paolo Maria Ventura invoca anche "per chi ha causato questa disgrazia, ai suoi familiari smarriti e angosciati".

E ancora don Paolo a ricordare di "quando arrivai come diacono nella parrocchia di Castello e fui colpito dal suo entusiasmo contagioso". Il 29 ottobre di quell’anno, il 2009, Chiara avrebbe compiuto dieci anni. Sulle tribune il silenzio è interrotto solo da qualche singhiozzo, a bordo campo gli amici della squadra di nuoto della Canottieri e quelli dell’oratorio nascondono a fatica le lacrime che sbucano da sotto gli occhiali da sole. "Non dimenticheremo mai i tuoi occhi azzurri come il mare della Grecia, che tanto ti piaceva". E ancora: "Amavi i viaggi ed eri un uragano con quei tuoi capelli ricci, incasinati proprio come te".

A salutare Chiara ci sono anche il sindaco Virginio Brivio, i vertici dell’Asst di Lecco dove lavora la madre, quelli della Canottieri Lecco di cui il padre è socio e della Calcio Lecco, oltre ai rappresentanti dell’Aido perché i genitori hanno deciso di donare gli organi. Intanto la Procura sta ancora cercando di fare piena luce su alcuni aspetti non del tutto chiari dell’indagine sulla tragedia che mercoledì scorso si è consumata in via Papa Giovanni XXIII. Una tragedia perché "la morte di un figlio sovverte l’ordine naturale della vita" come ha ricordato un allenatrice di nuoto di Chiara con il suo carico di dolore infinito.